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Il difficile equilibrio tra moda e qualità

di Marco Nannetti

LA SCELTA di un vino piuttosto che un altro non è sempre facile sia per il consumatore finale che per il professionista del vino, enotecario, oste o ristoratore. In entrambi i casi bisogna sbagliare il meno possibile altrimenti sono delusioni e danni economici, limitati per il privato ma considerevoli per il commerciante il cui primo profitto deriva proprio dal comprare ‘bene’. A volte poi si compra un vino consigliato da un amico o da un esperto, oppure lo si sceglie per il prezzo, l’etichetta o perché è prodotto da un un personaggio noto. Tutto ciò può influenzare l’acquisto del privato ma credo che l’assortimento di una carta dei vini o di un’enoteca debba valersi di ben altre motivazioni. Un imprenditore commerciale per creare profitto deve essere pronto ad intercettare tutte le sollecitazioni che provengono dal mercato. Chiudere la porta a certi vini perché non sono di proprio gradimento e quindi forzare il cliente su altre scelte, credo sia sbagliato. Sicuramente è molto difficile che il consiglio e la presentazione di una bottiglia da parte di un professionista vengano messe in discussione, ma se sono di moda i vini profumati, per soddisfare la clientela alcuni bisognerà tenerli. Quando un vino o una tipologia funzionano io sono fiero di tenerli in assortimento e venderli, poi ognuno personalizzerà l’offerta come crede: la cultura troppo integralista non porta da nessuna parte. Prosit

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