Prosit. Il vino antico non è sempre oro
di MARCO NANNETTI
QUANTO può valere un vino? Parecchie volte questa domanda arriva all’orecchio di professionisti che con imbarazzo devono rispondere a clienti che pensano a quelle vecchie nella cantina del nonno come a una svolta economica. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, si tratta di bottiglie di grande valore affettivo ma di scarso valore commerciale. Spesso è meglio dire che non si è pratici e precisare che l’antiquariato ed il commercio sono mondi paralleli che quasi mai si incrociano. I vini con una quotazione che aumenta proporzionalmente al passare degli anni sono veramente pochi. Forse esagero, ma credo non siano più di cinquanta etichette nel mondo. Per essere sicuri di avere in mano un ‘top wine’ è necessario che la bottiglia provenga da una produzione limitata di un’azienda ultra centenaria. L’azienda stessa tiene alto l’interesse per la storicità del vino, concedendo ogni tanto la possibilità di effettuare pubblicamente verticali (assaggio di varie annate della stessa bottiglia) utili per supportare il prodotto. Oppure una storica azienda italiana offre la possibilità, dietro pagamento, di portare la bottiglia in azienda per farla controllare e se si riscontrano problemi come il tappo difettoso o il vino che inizia a calare, viene cambiato il sughero e rimboccato il vino mancante. Così facendo si crea un prestigio e una storia che poi si riscontreranno nel prezzo della bottiglia, ma sono casi molto rari. Prosit