Le guide e il chiacchiericcio
di MARCO NANNETTI
IN AUTUNNO non cadono solo foglie e castagne ma anche i veli delle guide enogastronomiche. Vini e ristoranti vengono messi a nudo dai recensori ma i loro giudizi sono ormai tenuti poco in considerazione dai gourmet. La maggior parte dei ristoranti che presentano quotazioni importanti sono quelli che lavorano meno in assoluto. Lo stesso è anche per i vini. Le aziende che hanno capito la necessità di stare al passo coi tempi mettendosi in competizione coi colleghi esteri e non con quelli sotto casa, hanno raggiunto numeri importanti e in questo momento rappresentano il fiore all’occhiello non solo dell’enologia bensì dell’economia italiana, ma non delle guide. Chi afferma che buono e tanto non possono stare insieme non tiene presente il giudizio del “popolo” che qualcosa deve pur capire. A Bologna uno dei ristoranti più frequentati dove quindi male non si mangia, nell’ultima guida appena uscita non è neppure menzionato. Anche per le aziende di vino è così, chi fa grandi vendite non è apprezzato dalla stampa. Le guide servono a fare un po’ di chiacchiericcio e io mi adeguo; considerato però anche il loro calo di vendite, la loro influenza commerciale è quasi nulla, insomma ‘non spostano’. Chi nei vini rincorre il profumo del cardamomo o del sandalo oppure presenta ricette con schiuma di mare, gambero rosso e anguria prende l’oscar dalla giuria, altri vini e piatti più semplici guadagnano l’oscar dal mercato. Prosit!