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L’olio merita gli onori del vino

di MARCO NANNETTI

 

L’OLIO extravergine d’oliva è forse il prodotto alimentare più ‘boicottato’ dal consumatore finale che fatica a capirne il valore. In enologia si è riusciti a creare la mentalità adeguata per comprendere quanto debba costare una bottiglia di vino e forse anche grazie allo schiaffo del metanolo del 1986, il mercato del vino ha trovato un giusto posizionamento commerciale ed economico. Lo stesso non si può affermare per l’olio extravergine d’oliva, prodotto affascinante al quale forse per una questione culturale o di superficialità, non viene attribuita la giusta importanza. Nella nostra regione la conquista dell’olio in cucina a discapito del grasso del maiale è estremamente recente e non del tutto terminata anche se l’Emilia Romagna è rientrata tra le grandi produttrici di olio extravergine infatti adesso si possono contare circa 5500 ettari di ulivi in produzione e proprio a Bologna si trovano impianti, con circa 20.000 piante che stanno dando ottimi risultati qualitativi ma in generale il panorama del mercato che ci troviamo davanti è disastroso. Per produrre un chilo di olio extravergine d’oliva servono circa sette chili di olive e siccome il costo di produzione non è omogeneo (non si possono paragonare i costi della regione Puglia o Sicilia con quelli delle colline liguri o toscane) l’importo di un litro d’olio può variare dai 10 ai 16 euro. Se per l’automobile l’olio motore che costa 13 euro al chilo credo che il nostro ‘motore’ meriti molto di più. Prosit

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