Prosit – Come cambia il Verdicchio
di MARCO NANNETTI
UNO dei vini che in Italia ha rappresentato il cambio generazionale è il Verdicchio di Jesi che, insieme a un famoso Pinot grigio e al Vermentino di Sardegna è stato uno dei primi vini bianchi dell’enologia moderna, che si può tranquillamente far partire dalla fine degli anni Settanta. In particolare l’insolita forma ad anfora delle bottiglie di Verdicchio scelta dall’azienda di riferimento della zona ha rappresentato il simbolo di un settore che si voleva distaccare dal passato sia nell’immagine che nella vinificazione. Quest’azienda che produce ancora Verdicchio nella bottiglia storica ad anfora ma anche in quella normale, è stata la locomotiva per la zona e ha raggiunto l’obiettivo di creare entusiasmo nel territorio dove il vino prodotto da tutte le aziende è di ottima qualità. In effetti il Verdicchio è un grandissimo vino, molto più di quello che ci era stato presentato anni fa: leggero, fresco, con bassa gradazione e da abbinare esclusivamente al pesce. Le tante piccole realtà agricole di oggi effettuano una vinificazione diversa che origina un vino strutturato, non troppo profumato, potente, alcolico, di grande longevità, ottimo abbinato a carni bianche; tecnicamente è uno dei vini più importanti d’Italia, ma per le sue caratteristiche così ‘spesse’ non è amato dal consumatore anche se da una somma delle guide enologiche di quest’anno risulta il più premiato d’Italia. Penso che presto verrà riscoperto anche sulle nostre tavole. Prosit