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di CiBo

Prosit, provate a imitare il Malbo gentile

di MARCO NANNETTI

L’ITALIA è la nazione che insieme alla Francia è il punto di riferimento indiscusso per il vino di qualità. I mercati internazionali continuano a premiarci e a consumare vino italiano con entusiasmo e, nonostante il momento di difficoltà commerciale, il trend dell’export è sempre positivo. Non siamo invece fortunati a livello burocratico, infatti dopo lo ‘scippo’ del tocai da parte dagli amici ungheresi, in questi ultimi mesi si è perpetrata un’altra ‘appropriazione indebita’: gli organi internazionali preposti hanno definitivamente bocciato la possibilità di usare il vino Prosecco Doc in Australia, dove esiste addirittura la King Valley Prosecco Road e da parecchi anni si stanno vendendo milioni di bottiglie Prosecco prodotte appunto in Australia. L’ultimo tentativo fatto, cioè la richiesta di rendere valida la Doc Prosecco di Valdobbiadene in Australia così da annientare tutti gli altri vini etichettati con questo termine, non è passato. È stato stabilito che Prosecco è il nome del vitigno e non di un territorio. Bene, prendiamone atto, anche se almeno questa volta il Prosecco possiamo ancora produrlo e visto che ci imitano in tutto, è il momento di valorizzare ancora di più i piccoli vitigni legati all’Italia e nella nostra regione ce ne sono molti, Malbo gentile, Uva Longanesi, Centesimino, Famoso, Naigarten. Quando ci copieranno, verrà valorizzato anche il nome della nostra Regione anche perché chi scopiazza è sempre secondo e il terreno delle nostre stupende terre non potrà mai essere riprodotto. Prosit

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