Prosit: la moda naturale e le solide realtà
di MARCO NANNETTI
VINO naturale, vino vero. Sono termini che ultimamente si sprecano per identificare un’enologia che si basa su una filosofia ‘retrò’ e snob che mette i vini artigianali su un piedistallo mentre chi pratica un’enologia moderna è considerato un invasore che modifica in maniera scellerata il frutto uva per un prodotto vino, che non è ritenuto all’altezza di essere chiamato tale… Credo sia necessario fermarsi un attimo e puntualizzare alcune cose. Prima di tutto bisogna fare una distinzione tra chi vive l’enologia come passatempo e chi ne fa invece la base della propria attività commerciale. Se si vuole giocare, il mondo del ‘naturale’ è ammirevole, coltivare la vite in un bosco, arare la terra con il cavallo è molto romantico ma per essere coerenti si devono eliminare il cellulare, il computer, l’automobile, perché se si vuole tornare alla fine dell’’800 occorre prendere il pacchetto completo altrimenti è solo moda.
LO AFFERMA anche Gravner, uno che ha sempre inseguito un’enologia non conformista ma che non ne ha mai fatto una bandiera. E’ solo moda. E quando uscirà un’altra novità anche questo ‘credo’ verrà abbandonato. Penso che se siamo riusciti a ottenere un ’infinità di risultati e riconoscimenti in questo settore, sempre più intasato, vuol dire che l’Italia che si è evoluta cercando di migliorare il vino del contadino è una realtà. Certo, ci saranno degli assestamenti, ma il vino rimarrà una delle ricchezze più importanti della nostra economia. Prosit