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Prosit, sarà l’anno del Sangiovese

di MARCO NANNETTI

Bologna, 16 marzo 2015 - IL SANGIOVESE, importante vitigno italiano, sembra in crisi d’identità, e in particolare la Toscana, che di questo vitigno fa una bandiera, sta accusando il colpo. Chianti, Morellino, Nobile di Montepulciano sono i vini toscani a base di uva sangiovese che ora godono di meno favori da parte del consumatore, mentre i vini prodotti nella zona marittima di Castagneto Carducci, quella che nasce sotto la denominazione ‘Bolgheri’, stanno creando grande euforia e le aziende vitivinicole che venti anni fa si contavano sulle dita di una mano adesso sono più di 50.

È un territorio caratterizzato da una nutrita rappresentanza di vitigni ‘ internazionali’ (cabernet, merlot, syrah, petit verdot) che potrebbe far pensare a uno spostamento del consumatore verso sapori più morbidi.

IN REALTÀ credo sia solo una questione di moda. Mentre il 2014 è stato l’anno del Barolo, quest’anno si sta delineando una caccia al Brunello di Montalcino, vino a base di sangiovese. Infatti da pochi giorni è passato il debutto dell’annata 2010 del Brunello di Montalcino e i primi giudizi sono entusiasmanti, quindi quest’anno berremo molto Sangiovese ma sotto mentite spoglie.

Anche i produttori romagnoli che non hanno mai nascosto di essere fieri di produrre un grande rosso a base sangiovese, appunto il Sangiovese di Romagna, sono in un momento di grande entusiasmo e stanno raccogliendo i frutti di un vino che occuperà sempre più spazio anche a discapito dei cugini toscani. Prosit.

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