Siamo grandi, ma solo fra noi?
di MARCO NANNETTI
IN QUEST’ULTIMO periodo mi sta sorgendo il dubbio che il livello raggiunto dalla nostra enologia sia ancora lontano dalla vetta. Ho organizzato una nuova esperienza d’assaggio alla cieca di sei vini tra i quali (in realtà un po’ barando) un solo italiano comunque importante e con un prezzo elevato: ebbene questo vino è risultato poco apprezzato rispetto alla sua valutazione di mercato. Il vino in questione nasce da un vitigno a bacca rossa probabilmente originario del Medio Oriente, lo Shiraz detto anche Syrah, in Italia poco considerato ma molto diffuso in Francia nella zona della Valle del Rodano ed in Australia. In entrambi i paesi domina la scena ma in particolare in Australia si è recentemente imposto alla grande; ma il vitigno Shiraz si è diffuso anche in California ottenendo ottimi risultati. E un californiano, tre australiani ed un francese assieme all’italiano sono stati i vini degustati. Le bottiglie oscurate hanno permesso di concentrare l’attenzione sul grande nettare, senza condizionamenti di sorta e i commenti dei presenti sono stati molto interessanti, ma, purtroppo, come premesso, il portabandiera dei colori nazionali non ne è uscito bene. In conclusione, siamo forti solo quando giochiamo tra di noi? La nostra enologia primeggia solo nei vini fino a venti euro? Per dominare a livello mondiale dobbiamo sempre andare a scomodare i ‘grandi piemontesi’? Sono domande aperte alle quali i tanti professionisti del panorama enologico bolognese potranno rispondere. Prosit!