Il pianeta azzurro

Antartide, per la stazione di Dome C è iniziata la lunga avventura

in Esteri

di Alessandro Farruggia

Si chiama "winter over" ed è cominciato. Soli, a 3.233 metri di quota di cui 3.100 di ghiaccio, nella notte antartica che regala temperature fino a meno 80, (quasi) senza possibilità di recupero. I casi di voli di soccorso sono stati solo tre, tutti condotti dai piloti canadesi della Ken Borek Air, ma sono missioni davvero al limite, costosissime,  riservate casi estremi dove è in gioco la vita. Per ogni altro caso, tocca aspettare fino a che non torna la luce.

 

L'aurora australe a Dome C - foto Bertrand Bonnefoy PNRA/IPEV

Accade a Dome C, la stazione antartica italo-francese PNRA/IPEV sul plateu a 1.100 chilometri dalla costa che come ogni anno ospita un ristretto numero di ricercatori e tecnici _ 13 questa volta _ per una lunghissima permanenza lontano dal mondo. Per molti aspetti è come un viaggio nello spazio, e non a caso una parte dell'addestramento è svolto presso l'agenzia spaziale europea. Sono stato due volte a Dome C, una volta con la XVII° spedizione del 2001-2002  e una con la XXI° in quella 2005-2006 e la nuova avvenieristica stazione a due torri era ancora in via di completamento (stavamo nella cara, vecchia, confortevole stazione di container ma ho anche dormito in un tendone, più o meno riscaldato). Ma una cosa è essere a Dome C per alcuni giorni in "estate" (pur sempre -30/-40 C....), tutt'altra passarci l'inverno.

A descrivere cosa significa l'inverno per un "antartico" è uno dei tredici, l'italiano Marco Buttu.  "L'avventura è iniziata! Il Basler _ scrive sulla pagina facebook della spedizione del PNRA, il proamma antartico italiano _ ha appena spiccato il volo con a bordo gli ultimi 12 "estivi". Qua a Concordia Station siamo rimasti solamente noi 13 "invernanti", e staremo isolati sino a novembre, senza possibilità di evacuazione. Assieme ai 13 russi della base di Vostok saremo gli esseri umani più isolati del pianeta, ancor più degli astronauti che orbitano attorno alla Terra sulla stazione spaziale internazionale". Ma l'esperienza è anche una esperienza umana, di condivisione e anche, come dice Marco, di "fratellanza". O cameratismo.

"Gli ultimi 10 giorni _ dice _ son stati difficili, perché pian piano tutti i fratelli della campagna estiva son partiti. Ho pianto ad ogni volo, ma la tristezza ha poi sempre lasciato il posto alla felicità. Felice di aver stretto dei rapporti umani così forti e aver speso del tempo con persone meravigliose, che ormai fanno parte di una mia nuova famiglia. Penso spesso a quanto son fortunato a stare qua, e adesso i pensieri si fanno ancora più intensi, alimentati dal silenzio di una base improvvisamente vuota". Ora inizia il bello. Il che significa il duro. 

"Tutti i mezzi _ spiega Marco _ son stati posti al riparo dal freddo, e fuori non c'è più alcun movimento. Le temperature scendono giorno dopo giorno, e siamo passati dai -22 gradi di fine dicembre ai -46 di oggi. Pian piano arriveremo a -80, che con il vento saranno -100 percepiti dal corpo. Tra qualche giorno assisterò al mio primo tramonto antartico, perché da quando son qua il Sole non ha mai oltrepassato l'orizzonte". E sarà un tuffo verso un buio totale, irredimibile, rischiarato solo dalle aurore australi. Una esperienza non facile anche dal punto di vista psicologico, e che è superabile grazie al  fondamentale lavoro di squadra.

Lo spiega bene l'ingegner Simone Chicarella, station leader del precedente winter over a Dome C, dall’8 novembre 2016 al 23 dicembre 2017. "L’equipe  - ha detto in una intervista a Terremarsicane _ è formata da personale scientifico e da personale logistico o di supporto. Il personale scientifico si preoccupa degli esperimenti mentre quello logistico fornisce un supporto per il funzionamento della base stessa, della sopravvivenza della squadra e delle infrastrutture necessarie agli esperimenti. Per capire meglio: l’equipe logistica è formata da un elettricista, un idraulico, un meccanico, un capo tecnico, un medico, un cuoco e un  informatico. È importante che le persone siano molto versatili e sappiano fare anche altre cose diverse dalle loro mansioni specifiche perché la collaborazione e il lavoro di squadra è l’unica speranza che si ha per una campagna produttiva e poco problematica". Il che ovviamente non è scontato, anzi .

"Durante la campagna invernale _ osserva Chicarella _ capitano occasioni per vedere attriti, ma si sa anche come gestirli. È importantissima la comunicazione! Un ruolo importante è ricoperto dallo station leader che deve cercare di influire positivamente sullo stato generale della spedizione, anche proponendo attività ludiche e ricreative. L’isolamento è un fenomeno che sa essere molto agguerrito e che spesso, in precedenza, ha portato a problematiche psicologiche anche molto serie. La vita in base, quindi, deve essere scandita da un tempo lavorativo e da un tempo dedicato alla convivenza. Noi per esempio abbiamo guardato dei film, abbiamo formato una band musicale, abbiamo giocato a giochi di ruolo, abbiamo organizzato delle passeggiate in comitiva e abbiamo cucinato insieme. Abbiamo fatto anche dei corsi di elettronica, siamo stati addestrati in un corso di sala operatoria, abbiamo condotto esercitazioni antincendio e di salvataggio. Abbiamo fatto anche attività in palestra e abbiamo aderito ai progetti delle “Olimpiadi Antartiche” e del “Film Festival Antartico”, che vengono organizzati in tutte le basi antartiche che aderiscono".

Di certo, sarà una grande avventura per chi vi partecipa e una grande opportunità per la scienza, che a Dome C effettua ricerche raffinatissime di astronomia, fisica dell'atmosfera, climatologia e molto altro ancora, in un ambiente lontano dalle interferenze antropiche. Buon winter over, antartici, sarà una notte indimenticabile.

 

 

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