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Migliaia di figli del freddo, ma in Italia poche donatrici

LA STORIA a lieto fine di Emma è per molti versi sovrapponibile alla situazione di migliaia di figli del freddo conservati in Italia, a 197 gradi sottozero. Quanti sono? Al question time, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dichiarato di non possedere dati univoci sugli embrioni in stato di abbandono, formati cioè prima della legge 40 e censiti dall'Istituto superiore di Sanità. Sappiamo però che nel 2015, per dare un’idea, sono stati formati e crioconservati 34.490 embrioni,
e ne sono sono stati scongelati 20.444.

FORSE UNA LEGGE potrebbe recuperare il divario, e al tempo stesso ridimensionare la compravendita di gameti. Un mercato che diverse regioni sono costrette a battere, per l’acquisto a caro prezzo di ovuli forestieri. Le chiamano donazioni erasmus perché spesso vengono da nazioni come Spagna, Grecia, Danimarca, da studentesse in trasferta, opportunamente ricompensate. In Italia le stesse aspiranti donatrici sarebbero sottoposte, dicono le interessate, a un percorso a ostacoli. Ma quanto può resistere l’embrione in frigo? «Sappiamo che gli embrioni possono sopravvivere a lungo, senza un limite prefissato – commenta il professor Marco Filicori, ginecologo, presidente dei Centri clinici GynePro e dell’Associazione Cecos Italia – abbiamo avuto gravidanze anche dopo un decennio dal congelamento. Nel caso della piccola Emma sono passati anni, eppure la bimba è nata sana. Gli embrioni si congelano dagli anni ottanta. Rispetto ad allora abbiamo tecniche più raffinate (anche per le cellule germinali) come la vitrificazione. Attualmente ci si può attendere che tutti gli embrioni siano di ottima qualità dopo il loro scongelamento».

IN UN ANNO, in Italia, nascono più di 13 mila bimbi grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) e allo stesso tempo circa 75 mila persone si rivolgono ai centri specialistici. Mediamente il 40% delle coppie con infertilità getta la spugna, tendenzialmente dopo il terzo tentativo infruttuoso, anche a causa delle difficoltà a livello emotivo e psicologico che si affrontano. All’impatto della procreazione medicalmente assistita sulla vita di coppia è stata dedicata una ricerca, presentata al primo congresso della Società italiana della riproduzione umana (Siru), condotta da un team del Dipartimento psicologia della Sapienza, Università di Roma. (Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale)

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