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Polmone e BPCO, tripla terapia su Lancet

La BPCO è una malattia respiratoria accompagnata da tosse persistente, ostruzione bronchiale, infiammazione delle vie aeree, enfisema e perdita di elasticità del polmone. La buona notizia viene da uno studio nuovissimo pubblicato su The Lancet nel quale viene messa in evidenza la superiorità della terapia inalatoria denominata tripla associazione fissa extrafine (corticosteroide, antagonista muscarinico e β2-agonista a lunga durata d'azione) rispetto alla cosiddetta broncodilatazione doppia. Stiamo parlando dello studio Tribute di Chiesi. La tripla terapia (riassunta nella sigla ICS LABA LAMA) riduce le riacutizzazioni mantenendo un profilo di sicurezza simile all'altro trattamento, inclusi gli eventi di polmonite. L'esperienza indica una superiorità anche nella funzionalità polmonare e nella qualità di vita dei soggetti in trattamento.

Le riacutizzazioni, dichiara in un comunicato Stefano Petruzzelli di Chiesi Group, accelerano il progressivo declino della funzione polmonare. Pertanto, la prevenzione e il trattamento delle riacutizzazioni della BPCO (in particolare quelle di grado moderato e grave che comportano ospedalizzazione) sono un obiettivo primario. Credo che i risultati dello studio Tribute potranno avere un impatto positivo sulla futura gestione della malattia. Per la cronaca, gli autori che firmano la ricerca uscita su Lancet sono Alberto Papi, Jørgen Vestbo, Leonardo Fabbri, Massimo Corradi, Hélène Prunier, Géraldine Cohuet, Alessandro Guasconi, Isabella Montagna, Stefano Vezzoli, Stefano Petruzzelli, Mario Scuri, Nicolas Roche, Dave Singh. I risultati saranno presentati anche al meeting dell'American Thoracic Society in maggio negli Stati Uniti.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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