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Giubbotto salvavita per le aritmie, ecco CardioInsight

Indossare un giubbotto hi-tech, dotato di 252 sensori elettrocardiografici e capire con un solo battito in quale punto originano le aritmie cardiache. Si chiama CardioInsight l’innovativo sistema di mappatura dei disturbi del ritmo cardiaco che permette in maniera non invasiva di effettuare una diagnosi, senza l’introduzione di cateteri all’interno di atri e ventricoli, quindi adatto a tutti e ad ogni età.

L’esame permette di ottenere una geografia completa delle aritmie,  è condotto al letto del paziente, in condizioni di riposo. Può essere eseguito in qualunque momento della giornata. Registra i segnali elettrocardiografici captati attraverso il torace e li associa ai dati della TAC, una procedura totalmente compatibile con la fisiologia umana.

È sufficiente dunque un solo battito per creare una mappa in 3D degli atri e dei ventricoli e da qui risalire all’attività elettrica del cuore nel suo complesso per poi predisporre, laddove necessario, il corrispondente trattamento terapeutico.

La svolta nel trattamento delle aritmie si è avuta al Maria Cecilia Hospital, ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research: il nuovo sistema di mappatura CardioInsight è utilizzato per la prima volta in Italia presso la struttura di Cotignola. A mettere in pratica la procedura, l’équipe del dottor Saverio Iacopino, coordinatore di Aritmologia ed Elettrofisiologia.

A Maria Cecilia Hospital il CardioInsight viene utilizzato per la mappatura dei pazienti con tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale, tachicardia da macro-rientro nonché per l’impianto dei defibrillatori utili alla terapia di re-sincronizzazione cardiaca e per la ricerca e studio della Sindrome di Brugada, forma aritmica tra le più complesse e difficili da riconoscere.

Un altro campo di applicazione del CardioInsight si è rivelato essere quello della medicina dello sport, laddove vi sia un dubbio diagnostico in fase di visita medico-sportiva, un presidio salvavita rivolto anche ai giovani atleti.

Questo dispositivo (nella foto) è in grado di individuare l’esatta origine anatomica delle aritmie agendo solo dall’esterno, con un apparecchio non invasivo ed indolore e con un’affidabilità oltre il 98% rispetto ai sistemi tradizionali, continuando a compiere passi verso la mininvasività.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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