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Cefalee ribelli, vaccino e anticorpi contro mal di testa

Cefalee ribelli, mai più. Si sta per avverare il sogno di una vita libera dal mal di testa, anche nei casi più difficili da trattare, e la soluzione più volte prospettata ha finalmente un nome. Con una iniezione ogni 2/3 mesi presso un centro ospedaliero la cefalea scompare per un’intera stagione, un risultato desiderabile per chi puntualmente, magari anche più volte al giorno, soffre di attacchi di emicrania senza rimedio. Chiamato impropriamente vaccino del mal di testa, questo scudo anti emicrania è in realtà un anticorpo monoclonale fabbricato in laboratorio per bloccare il CGRP (Calcitonine Gene Related Peptide, cioè peptide correlato al gene della calcitonina), uno dei più potenti vasodilatatori endogeni con recettori posti soprattutto in aree cerebrali suscettibili, come quella del trigemino. Ne abbiamo scritto oggi anche sulle pagine salute dei quotidiani in edicola.

Come funziona il gioco? Durante gli attacchi il livello di questo peptide aumenta, attivando i recettori che avviano gli impulsi dolorifici: evitare questo aggancio con un blocco di lunga durata è la chiave di una nuova era nel trattamento del mal di testa, finora ancorato a farmaci da usare al bisogno o come profilassi. Gli anticorpi monoclonali di cui parliamo, aggiungiamo noi, sono erenumab di Amgen Novartis, forse il più vicino al traguardo, galcanezumab di Eli Lilly, eptinezumab di Alder, fremanezumab di Teva. L'elenco degli antagonisti del recettore comprende anche molecole studiate da Allergan, Bristol-Myers Squibb e Merck MSD per lo stesso scopo. Intanto il comitato europeo per l'impiego dei medicinali CHMP ha dato parere positivo a erenumab nella prevenzione dell’emicrania. In caso di approvazione, erenumab potrebbe diventare la prima terapia disponibile espressamente concepita per la prevenzione dell’emicrania, con un disegno di efficacia assodato, un profilo di sicurezza simile a quello del placebo, e una facile via di somministrazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’emicrania una delle dieci cause primarie di deterioramento della qualità di vita in termini di disabilità.

«Viviamo un cambiamento epocale, nuove speranze si schiudono per chi vive l’incubo del mal di testa», è la dichiarazione di Fabio Frediani, ospedale San Carlo Borromeo, diffusa in un comunicato in vista del congresso dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca nelle cefalee (www.anircef.it) in programma all’Università Statale di Milano. Si avvicina dunque per milioni di cefalalgici in tutto il mondo la prospettiva di una vita libera dalla schiavitù dei farmaci che li condannava a dipendere da una compressa o da uno stimolatore elettrico.

E siamo più che mai proiettati nel futuro: dopo l'era dei monoclonali, concepiti in funzione anti-peptide per quel meccanismo correlato al gene calcitonina, seguiranno presto gli anticorpi monoclonali specifici per i PACAP (Pituitary Adenylate Cyclase-Activating Polypeptide) che sarebbero i neuropeptidi ipofisari, brutti ceffi che perseguitano chi soffre di crisi dolorose al capo, implicati nella famigerata cefalea a grappolo, quella che batte in testa come tanti colpi di mitragliatrice. Arrivando così a bloccare i recettori, si potranno scongiurare gli attacchi lancinanti anche in questi casi particolarmente difficili: ne parlerà per la prima volta in Italia, a Milano appunto, l'ex presidente della Società Internazionale delle Cefalee, Alan Rapoport, della UCLA University di Los Angeles, Usa.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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