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Sonno e infanzia, bimbi dormono meno di cento anni fa

Rispetto alle abitudini di cento anni fa, i bambini dormono in media 2 ore in meno. Colpa degli stimoli moderni come l'esposizione alla luce elettrica di notte, l'esposizione ai display e agli schermi accesi a scopo ludico ricreativo, le abitudini frenetiche dei genitori che hanno provocato uno scollamento tra fisiologico ritmo sonno -veglia e comportamenti desiderabili.

Nel mondo industrializzato un bimbo su quattro sotto i 5 anni soffre di disturbi del sonno, nell'infanzia dopo i 6 anni e fino all'adolescenza la percentuale tra insonnia e sonno disturbato sale al 10-12%. Se ne parla al congresso della Società Italiana di Pediatria (SIP). I più comuni campanelli d'allarme sono insonnia (20-30%), parasonnie (25%) che comprendono sonnabulismo, bruxismo (digrignare i denti), enuresi (fare la pipì a letto), disturbi dell'alternanza regolare tra addormentamento e risveglio (7%), disturbi respiratori del sonno (2-3%).

Le conseguenze di un sonno insufficiente o di cattiva qualità sono molteplici: sonnolenza e disattenzione a scuola, obesità, disturbi metabolici, predisposizione al diabete e in adolescenza all’abuso di alcol, cannabis e depressione. Prevenire si può: al congresso di pediatria è stato presentato il progetto della Società Italiana Cure Primarie Pediatriche, “Dormire bene per crescere bene“. “Le tre regole d’oro - spiega Emanuela Malorgio, pediatra di famiglia - sono: far dormire il bambino sempre nella stessa stanza; rispettare l’orario in cui va a nanna; dai 3-4 mesi di vita (cioè da quando compare la fase di addormentamento) staccarlo dal seno o dal biberon quando si sta per addormentare e metterlo sul lettino”.

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