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Malattie infettive, resistenza agli antibiotici: la campagna One Health

Gli antibiotici, dalla loro introduzione circa settanta anni fa, hanno ridotto in maniera significativa il numero dei decessi causati dalle malattie infettive e migliorato lo stato di salute dei cittadini. Parallelamente allo sviluppo degli antibiotici si è, però, verificata la resistenza batterica, che oggi è un problema a livello mondiale. Di contrasto all'antibiotico - resistenza secondo il  cosiddetto approccio One Health si è parlato oggi al convegno organizzato a Roma, da MSD Italia, che ha visto confrontarsi associazioni, rappresentanti delle Istituzioni e del mondo scientifico.

L’eccessivo e inappropriato utilizzo degli antibiotici negli uomini e negli animali e le scarse pratiche di controllo delle infezioni hanno trasformato l’antibiotico - resistenza in una seria minaccia alla salute pubblica globale. Questo comporta, si legge nel comunicato conclusivo dell'evento, un prolungamento della degenza ospedaliera, il fallimento terapeutico e un significativo numero di morti, con conseguente incremento dei costi sanitari. Gli specialisti che sono intervenuti hanno illustrato le dimensioni del fenomeno e si sono confrontati sulle possibili linee di intervento.

I numeri
In Europa, oltre 4 milioni di persone l’anno vengono colpite da infezioni batteriche ospedaliere, con 25mila morti stimate per infezioni provenienti da germi resistenti. Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) colpiscono ogni anno circa 284mila pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il livello di antibiotico-resistenza si colloca fra i più elevati in Europa con una percentuale annuale di pazienti infetti fra il 7 e il 10%. Inoltre, sempre secondo i dati dell’ISS, ogni anno, in Italia, si verificano in Italia 450-700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale (soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi da batteri resistenti agli antibiotici). Di queste, si stima che circa il 30% siano potenzialmente prevenibili (135-210 mila) e che siano direttamente causa del decesso nell’1% dei casi (1350-2100 decessi prevenibili in un anno).

Le contromisure
In Italia è stato redatto un Piano Nazionale per il contrasto alla resistenza agli antibiotici (PNCAR), nel 2017, valido per il triennio 2017-2020, che rappresenta la strategia italiana per far fronte all’antibiotico - resistenza e della diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici. Si rende necessario uno sforzo di coordinamento nazionale, obiettivi specifici e azioni programmate. In linea con gli obiettivi, la Regione Campania ha recentemente approvato, nell’ambito dell’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione, Linee di indirizzo per tutte le Aziende del Sistema Sanitario Regionale sulle azioni di contrasto al fenomeno. Tali protocolli, da utilizzare sia in ambito ospedaliero sia territoriale, possono essere utili nel limitare l’uso improprio degli antibiotici.

L’approccio One Health
Per contrastare la resistenza antimicrobica, dunque, è necessario quello che viene definito approccio One Health, che coinvolga medicina umana e veterinaria, ricerca, agricoltura e comunicazione. Lavorare insieme per promuovere e sostenere la campagna in chiave antimicrobica è fondamentale, perché solo attraverso un uso appropriato di antibiotici negli animali e negli uomini si può contrastare il fenomeno e la ricerca è impegnata a trovare nuove molecole antibiotiche. Mentre è necessario diffondere la cultura della prevenzione come «arma» a supporto della lotta alla resistenza antimicrobica e promuovere l’adozione di stili di vita sani e comportamenti sanitari corretti attraverso la corretta informazione.

Nel corso del convegno si sono susseguite le relazioni di: Ranieri Guerra, Assistant Director General OMS; Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate, Istituto Superiore di Sanità; Claudio D’Amario, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute; Prof. Giovanni Battista Gaeta, Ordinario e Direttore UOC Malattie Infettive dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli; Prof. Giuseppe Signoriello, membro della Commissione sull’Antibiotoco-Resistenza della Regione Campania; Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale per i Diritti del Malato, Cittadinanzattiva.

Nella seconda parte si sono confrontati in una Tavola Rotonda i rappresentati delle Società Scientifiche coinvolte: Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Prof. Matteo Bassetti, Vice Presidente SITA; Dott.ssa Carla Fontana, Delegato Regionale Lazio AMCLI, Prof. Francesco Menichetti, Presidente GISA.

“Noi di MSD, siamo convinti che la lotta alle malattie infettive non possa prescindere da una chiamata alla corresponsabilità, che coinvolga sia gli attori pubblici sia i privati, nel rispetto del ruolo e della funzione di ciascuno” spiega Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia “Per questo crediamo fermamente nella costruzione di Partnership, trasparenti e di Valore, a fianco del mondo scientifico, dei Pazienti e della Sanità Pubblica. E per questo, continuiamo a mantenere il nostro impegno a investire in Ricerca, senza accontentarci degli eccezionali traguardi che abbiamo raggiunto nei nostri 127 anni di storia ma lavorando senza sosta per individuare e rendere disponibili nuovi farmaci e vaccini che possano fare la differenza, contribuendo efficacemente a contrastare le infezioni e l’insorgenza di resistenze”.

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