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Diabete news, rischio cirrosi negli adolescenti sovrappeso

DIABETE E SOVRAPPESO. L’obesità è un fattore di rischio per i giovanissimi, sia per quanto riguarda il fegato sia per il cuore. Studi recenti si soffermano sui problemi di salute anche futuri legati ai chili di troppo in adolescenza. In particolare una ricerca svedese pubblicata sulla rivista Gut e condotta su un campione di 1 milione e 200 mila ragazzi di 17-19 anni, seguiti per quasi 30 anni, ha evidenziato un aumento di rischio cirrosi epatica e tumore del fegato tra gli adolescenti del 217 per cento. Il rischio malattie epatiche risultava peggiorato (+328 per cento) se all’obesità si associava anche la comparsa di diabete.

MEDICINA GENERALE. I medici di medicina generale seguono regolarmente il 62% dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 facendo riferimento solo occasionalmente, e comunque non in modo strutturato, ai centri antidiabetici. Nel trattamento di questi pazienti, in caso di inefficacia della sola terapia con la metformina, il 55% dei medici provvede autonomamente alla prescrizione di un farmaco scelto tra sulfaniluree e glinidi, il 41% invia il paziente al Centro Antidiabetico, il 4% si orienta sulla prescrizione di insulina. Sono questi i risultati emersi da un’indagine condotta dal Centro Studi Fimmg. La Metformina risulta il farmaco più utilizzato, a seguire sulfaniluree e glinidi, mentre il 30% dei pazienti risulta in solo trattamento dietetico, il 15% è trattato con terapia insulinica, una restante quota del 19,4% assume altri farmaci, per lo più prescritti dallo specialista.

LIVELLI DI GLICEMIA. Anche una colazione sana e leggera negli individui sani può scatenare elevati picchi di zuccheri nel sangue. Uno studio pubblicato sulla rivista Plos Biology mostra che alti livelli di glicemia possono contribuire al rischio di malattie cardiovascolari e alle tendenze di una persona a sviluppare insulino-resistenza, che è un precursore del diabete. La maggior parte delle persone che controlla la propria glicemia lo fa con un prelievo veloce, ma non coglie l’aumento e la diminuzione determinata da ciò che la persona ha mangiato quel giorno, in particolare carboidrati come riso, pane e patate. Per una valutazione più accurata, i ricercatori della Stanford University School of Medicine hanno offerto a un campione di adulti un dispositivo per il monitoraggio del glucosio in continuo. “Abbiamo visto che ci sono molte persone che hanno picchi di livelli di glucosio e lo ignorano”, ha detto Michael Snyder, professore di genetica a Stanford, che firma lo studio.

DIETA TOCCASANA. Con una dieta efficace, fino a un dimagrimento in media di 10 chili, il diabete regredisce in quasi un caso su due, e questo si deve alle cellule beta del pancreas che producono insulina, che ricominciano a funzionare grazie alla perdita di peso. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Metabolism e condotta da Roy Taylor della Newcastle University. Necessaria una diagnosi tempestiva. “Questo studio - ha affermato Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania - conferma che all’inizio della malattia, subito dopo la diagnosi, bisogna agire prontamente e in maniera efficace sugli stili di vita per cambiare la prognosi della malattia se non addirittura farla regredire del tutto”.

BOCCA SECCA. La composizione della saliva nel diabete potrebbe essere leggermente diversa da quella di persone sane ed esporre a maggior rischio carie e malattie del cavo orale. Uno studio condotto presso la Queen Mary University di Londra, presentato al meeting della International Association for Dental Research, mostra che molti pazienti diabetici soffrono di bocca secca, e che a ciò si associa una saliva meno densa, povera di proteine protettive e di calcio. Questa saliva di qualità compromessa espone i diabetici a frequenti problemi di salute orale.

DIABETE GIOVANILE. Una coppia di giovani atleti con diabete ha attraversato a nuoto senza pinne, in meno di un’ora, lo Stretto di Messina, per dimostrare che non ci sono limitazioni alla performance quando l’organismo è ben compensato. Francesco Biasi, 17 anni di Torino, e Asia Venturelli, 14 anni di Modena, con diabete giovanile di tipo 1, affiancati da medici e volontari di AGD Italia (Coordinamento associazioni giovani con diabete) hanno completato con successo i tre chilometri di traversata in mare aperto in condizioni di sicurezza, da Punta Faro fino alla spiaggia di Cannitello.

INSULINA EMPAGLIFLOZIN. Nel diabete giovanile di tipo 1, l’organismo non produce quantità sufficienti di insulina. In certi casi, anche somministrando insulina da sola, non si riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Come intervenire? Una interessante novità, per questi pazienti, viene dall’esito degli studi di fase III Ease, che stanno valutando una molecola già consolidata come terapia nel diabete di tipo 2 nell’adulto, empagliflozin, in associazione a somministrazione insulinica. Negli studi, il profilo di sicurezza risulta generalmente in linea con quelli noti. I risultati del programma Ease saranno presentati al congresso dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD), in ottobre a Berlino. «Empagliflozin – si legge in una nota congiunta Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly – è la prima e unica molecola della sua classe terapeutica a dimostrare, in adulti cardiopatici con diabete tipo 2, una capacità di ridurre il rischio mortalità cardiovascolare».

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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