Editing Dna, progressi in laboratorio nella distrofia muscolare
La tecnica taglia e incolla del Dna, detta Crispr, può rallentare l'evoluzione della distrofia muscolare di Duchenne fino a fermarla. La prima sperimentazione in questo senso è stata condotta in laboratorio su quattro cani portatori della sindrome congenita, una forma di distrofia muscolare analoga a quella che colpisce i bambini.
LA RICERCA AMERICANA
I risultati, pubblicati sulla rivista Science da un gruppo di autori della University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, sembrano incoraggianti. Dimostrano che la correzione della mutazione responsabile della malattia genetica (la più diffusa tra quelle letali in età pediatrica) fa progressi e ha consentito di ripristinare la produzione della proteina mancante (distrofina) nelle fibre muscolari grazie all'editing genomico.
Secondo i ricercatori, il lavoro indica la possibilità di mettere in cantiere questo trattamento salvavita, con le dovute cautele, anche in ambito umano, considerando che "i bambini con distrofia Duchenne vanno incontro a morte - ricorda Eric Olson, direttore dell'Hamon Center for Regenerative Science and Medicine dell'ateneo del Texas - perché il loro cuore si indebolisce, perde la capacità di pompare sangue a sufficienza per soddisfare le esigenze energetiche dell'organismo, e il diaframma diventa troppo debole per consentire la respirazione".
I livelli di distrofina raggiunti negli animali coinvolti nell'esperimento, valori del 92% nel cuore e del 58% nel muscolo diaframma, rispetto ai livelli normali, - potrebbero scongiurare il peggio. Lo studio dimostra la fattibilità della metodica, che consiste nel tagliare il gene difettoso nei muscoli distrofici in un singolo punto (esone 51), veicolando le forbici molecolari Crispr fino al Dna bersaglio, correggendo il gene mutato con una singola sforbiciata di precisione, affidando a un adenovirus addomesticato la parte più propriamente sartoriale.
DAL LABORATORIO AL LETTO DEL MALATO
Resta però ancora molto da fare prima di poter applicare questa tecnica all'uomo, e nella Duchenne. Serviranno nuovi studi per verificare se i livelli di distrofina si mantengono nel tempo e se possono comparire effetti collaterali a lungo termine.
Olson è ottimista, ritiene che, dopo il successo dei test su modelli animali, ci siano presupposti per impostare una sperimentazione clinica sull'uomo.
Un trial per valutare la metodica Crispr nella distrofia muscolare di Duchenne è solo uno dei progetti che il Centro texano per la terapia genica intende lanciare contro diverse malattie dell'infanzia orfane di trattamento. E per accelerare la ricerca, Olson ha creato uno spinoff, la società biotech Exonics Therapeutics, alla quale l'università americana ha concesso una licenza, al fine di applicare in condizioni di sicurezza le forbici molecolari anche su altre mutazioni, così come su altre malattie neuromuscolari.
REPLICAZIONE NEURONI, RICERCA ITALO-FRANCESE
Replicato in laboratorio il meccanismo che trasforma i segnali chimici embrionali in neuroni grazie a un team di ricerca coordinato da Federico Cremisi del Laboratorio di Biologia della Scuola Normale di Pisa e da Michèle Studer dell'Università di Nizza. Lo studio apre le porte all'utilizzo delle colture cellulari per la produzione di tipi molto specifici di cellule nervose che potranno essere utilizzate in futuro in programmi di terapia cellulare del sistema nervoso, in screening di molecole per uso terapeutico e per studi sui meccanismi di patologie del sistema nervoso. Questa trasformazione, spiega una nota della Normale, «che in natura si svolge spontaneamente, ma di cui si ignoravano i meccanismi, adesso invece può essere guidata in laboratorio modulando la concentrazione del Fattore di Crescita dei Fibroblasti (Fgf) all'interno del terreno di coltura delle cellule». La ricerca è parte di un programma coordinato da Federico Cremisi finalizzato a riprodurre in vitro i differenti tipi di cellule nervose che costituiscono il cervello: «a brain in a dish».
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale