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Batteri resistenti, nuovo antibiotico estratto da un fungo

Torna alla ribalta il mito della penicillina scovata da Fleming nel 1928 e premiata con il Nobel per la medicina. Novanta anni dopo quella scoperta, che ha salvato milioni di vite umane, è stata isolata da un fungo una sostanza antibiotica detta albomicina che pare efficace contro ceppi di batteri super resistenti, proprio quelli per i quali siamo a corto di farmaci. Potrebbe sbarrare la strada a Escherichia coli, Streptococcus pneumonia e Staphylococcus aureus, la nuova albomicina delta2.

L'azione antimicrobica è stata precisata e descritta in un lavoro pubblicato sulla rivista Nature Communications. L'albomicina delta2 risulta più potente di tanti antibiotici di uso comune del gruppo delle penicilline. Serviranno comunque nuovi test prima su animali e poi eventualmente sull'uomo prima di stabilire in via definitiva l'efficacia e la sicurezza dell'albomicina delta2.

La molecola, ha detto Yun He dell'Università di Chongqing, in Cina, promette bene ed è stata riprodotta fedelmente in laboratorio, quindi diventa potenzialmente replicabile su vasta scala per un impiego nei reparti di malattie infettive.

Negli ospedali le infezioni sostenute da germi produttori di carbapenemasi rischiano di inficiare i successi nei trapianti d'organo, nella chirurgia, nella cura dei tumori e nelle terapie modulanti la risposta immunitaria. Si rende necessario che la terapia antibiotica sia prescritta ai pazienti e governata da veri professionisti senza improvvisazioni.

Sta di fatto che il mondo ha fame di antibiotici. Secondo un rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo ci sarebbero almeno mezzo milione di persone colpite da infezioni resistenti agli antibiotici. In Italia ogni anno dal 7 al 10% dei pazienti va incontro a infezione batterica multiresistente.

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