Le stagioni influenzano la psiche. D’inverno il cervello va in letargo
Le nostre esperienze intellettuali cognitive, come la memoria o la capacità di eseguire calcoli aritmetici, sembrano più brillanti in estate e in autunno, salvo poi appannarsi d'inverno e in primavera, come una altalena stagionale. Sarebbe a dire che quando il nostro cervello va in letargo, per così dire, la psiche rallenta i suoi processi, come se invecchiasse di quasi 5 anni. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Medicine e condotto da Andrew Lim del Sunnybrook Health Sciences Centre, University of Toronto, in Canada.
La differenza stagionale nelle abilità cognitive si vede anche nelle persone che soffrono di demenza, tanto è vero che la probabilità di incorrere in una diagnosi di demenza e di declino cognitivo lieve è più elevata del 31% in primavera. Gli esperti hanno esaminato le abilità di ragionamento, memoria e calcolo matematico relativi a un campione di 3353 individui, confrontandole nei diversi periodi dell'anno. Si è visto che, a parità di altri fattori che influenzano le abilità cognitive di un individuo (ad esempio l'età o l'istruzione) d'inverno e all'inizio della primavera le abilità intellettuali rallentano.
Gli alti e bassi nelle prestazioni sono paragonabili al divario che si coglie in media tra due individui che hanno 4,8 anni di differenza tra loro. Gli effetti dei cambiamenti stagionali si possono riscontrare anche sui pazienti con demenza, tanto che questi, in inverno e in primavera, presentano maggiore accumulo di scorie proteiche nel liquido cerebro-spinale, in parallelo con un deterioramento più marcato. La comprensione di questi meccanismi aprirà nuove prospettive di cura per la demenza, in particolare la malattia di Alzheimer di matrice neurologica, dichiarano gli autori del lavoro.
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale
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