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Prostata, quando evitare esami inutili o ripetitivi

Sappiamo che la prostata è l'organo maschile più spesso bersagliato, non solo da ipertrofia (ingrossamento) che provoca difficoltà alla minzione, dolore o fastidio, urgenza di correre in bagno. La prostata è anche l'organo più colpito nell'adulto e nell'anziano, dicono i medici, tanto che ogni anno in Italia si registrano oltre 34mila nuove diagnosi di tumore prostatico. Le armi a disposizione per guarire o cronicizzare il processo in atto oggi ci sono, tuttavia esiste una percentuale di casi nei quali si sviluppano metastasi. Come regolarsi?

Per migliorare l’assistenza a questi pazienti oltre un centinaio di specialisti (oncologi, radioterapisti, urologi, anatomopatologi) si sono ritrovati a Bologna al Royal Hotel Carlton per una consensus conference sul carcinoma prostatico avanzato, evento promosso dalla Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) al fine di elaborare un documento che stabilisce regole comuni per i controlli e i test da eseguire.

Ogni anno sono 7mila gli italiani da seguire con attento monitoraggio in quanto colpiti da metastasi. «Parliamo della malattia maschile più frequente - ha affermato Alberto Lapini, presidente della Siuro in occasione del meeting - oltre il 90% dei malati riesce a sconfiggere il cancro. Abbiamo a disposizione terapie innovative ma bisogna migliorare l'assistenza nei casi più gravi. Vogliamo quindi stabilire un programma di esami condiviso in tutte le regioni d'Italia».

Attualmente, spiega l'urologo, «non esiste un programma che sia valido su tutto il territorio nazionale. Spetta al singolo centro stabilire i controlli da svolgere dopo la diagnosi della malattia. Può quindi succedere che alcuni italiani siano sottoposti a un numero eccessivo di esami mentre altri pazienti non vengano monitorati adeguatamente. Spesso capita che alcuni test complessi e magari superflui siano a carico del malato». Per questo, conclude Lapini, «vogliamo razionalizzare la pratica clinica e ridurre gli esami superflui. Questo porterebbe anche a notevoli risparmi».

Da parte sua Giario Conti, segretario nazionale SIUrO, assicura che si possono avere risultati migliori per quanto riguarda il trattamento del cancro della prostata che sviluppa resistenze: ad esempio in Francia grazie a precisi protocolli di monitoraggio si riscontrano maggiori successi. Questa è una patologia che mette in atto dei sistemi che contrastano l’efficacia delle terapie, spiega Conti. Abbiamo a disposizione trattamenti che permettono a oltre il 90% dei pazienti di sconfiggere il tumore, è vero, ma dobbiamo concentrarci anche sui casi che non evolvono altrettanto bene, per trovare delle valide alternative di cura”.

“Nonostante i progressi della ricerca il monitoraggio della prostata resta una zona oscura, che necessita di linea guida - sottolinea Orazio Caffo, Consigliere Nazionale SIUrO -. Uno dei motivi di questa lacuna è che è sempre difficile mettere d’accordo i vari specialisti coinvolti (oncologi medici, urologi e radioterapisti)”. Alla Consensus di Bologna oltre alla SIUrO aderiscono anche le altre sei Società che fanno parte del TMD (Team Multidisciplinare Uro-Oncologico): AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e SIU (Società Italiana di Urologia).

Nel nostro Paese la prostata da sola abbraccia il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate dopo i 50 anni. “L’obiettivo finale - conclude Rolando M. D’Angelillo, consigliere nazionale SIUrO - è avviare un confronto per valutare se il modello del team multidisciplinare può essere applicato e reso operativo su scala nazionale, individuando i margini di miglioramento”.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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