Antibiotici e omeopatia, l’utilizzo corretto
«NON SI PUÒ curare una infezione con acqua fresca». Le parole di Silvio Garattini, illustre farmacologo del Mario Negri, riassumono in queste ore il punto di vista dei medici sugli sviluppi di cronaca. Ne parliamo con Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo).
Dottore, come giudica la sentenza sul caso del bimbo morto di otite trattata con l’omeopatia senza antibiotici?
«I medici hanno assunto una posizione molto ferma a questo proposito, ora i casi di prescrizione di principi omeopatici al posto dei farmaci sono sempre più rari».
Che cosa prevede la norma?
«Che l’omeopatia sia praticata secondo indicazioni di legge dopo un corso apposito e previa iscrizione in un elenco speciale tenuto dagli ordini a livello provinciale».
Garattini dice che l’omeopatia non funziona, non sostituisce le terapie comprovate.
«Il medico deve sempre utilizzare farmaci indicati per patologia secondo evidenze scientifiche. Nel corso di preparazione all'omeopatia viene insegnato l’utilizzo corretto. Inoltre si deve sempre raccogliere un consenso informato».
Perché tante cautele?
«Perché il medico deve spiegare che cosa sta facendo, giustificare le scelte, dire chiaramente quando fa somministrare un prodotto privo di evidenze, e in questo caso deve utilizzarlo insieme ai farmaci che hanno effetti registrati».
Questo vale per l’omeopatia o riguarda tutto il mondo delle pratiche naturali?
«I principi valgono per qualsiasi attività svolta dal medico, sia chiaro. Se un paziente soffre di otite batterica che richiede antibiotici non c’è alternativa che tenga».
Quindi come giudica la posizione del presidente del Mario Negri? Negare il farmaco vero a un bimbo che sta male si può considerare omissione di soccorso?
«Condivido. A nessun medico è concesso utilizzare presidi, farmaci, in sostituzione di quelli indicati per patologia».
Alessandro Malpelo
QN Quotidiano Nazionale
Salute Benessere