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Farmaci per il diabete riducono il grasso del cuore

Alcuni farmaci usati nel trattamento del diabete e dell'obesità sono utili anche nel ridurre il grasso che riveste il cuore, detto anche grasso epicardico. I risultati sono emersi da uno studio pubblicato sull'International Journal of Cardiology, cui hanno preso parte ricercatori dell'Università degli Studi di Milano e dell'Irccs Policlinico San Donato. Un eccesso di grasso epicardico, tipico dei soggetti con obesità viscerale-addominale, ha invece diversi effetti dannosi sul cuore: ne modifica il metabolismo, ne altera la struttura e la mobilità, danneggiando la funzione cardiaca e aumentando il rischio scompenso, ischemie e aritmie.

"Sappiamo che a una pancia grassa, corrisponde un cuore grasso, e che l’eccesso di grasso epicardico genera un’azione infiammatoria direttamente sulle pareti delle arterie coronarie e sul muscolo cardiaco", ha scritto Alexis Elias Malavazos, responsabile del centro di dietetica, educazione alimentare e prevenzione cardiometabolica del Policlinico San Donato.

Lo studio è partito dall’osservazione nella pratica clinica dell’effetto dei farmaci incretino-mimetici sul cuore. Questi farmaci impiegati nella terapia del diabete e dell’obesità mimano l’azione delle incretine, ormoni normalmente prodotti dall'intestino, stimolano il pancreas a produrre insulina e abbassano il glucosio nel sangue. I soggetti diabetici e obesi in terapia con incretino-mimetici presentano una riduzione importante dello spessore del grasso cardiaco (fino al 36%). Da qui l’idea che potesse esserci un’azione diretta di questi farmaci.

"Abbiamo studiato persone affette da patologia coronarica sottoposti a intervento chirurgico di bypass e abbiamo riscontrato nei tessuti adiposi una molecola specifica (GLP-1R) che funziona da recettore per le incretine e i cui livelli sono associati a geni che, oltre a ridurre l'accumolo ulteriore di grasso, promuovono l’ossidazione degli acidi grassi e il differenziamento delle cellule grasse da bianche a brune, favorendo quindi il dispendio energetico con un’importante funzione protettiva a livello del cuore", ha aggiunto Elena Dozio, ricercatrice di Patologia clinica dell'Università di Milano.

Alessandro Malpelo

QN Quotidiano Nazionale

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