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Salute mentale. Sileri: “Puntare al reinserimento sociale”

"La salute mentale per troppo tempo è stata la Cenerentola della sanità, un settore trascurato, nonostante il numero dei pazienti sia in crescita: oltre 851 mila, ultimo dato disponibile, cioè 40 mila in più rispetto al 2016. Entro il 2020 ci saranno novità". Così il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto in apertura del convegno 'Evoluzione e futuro della cura dei disturbi mentali' organizzato da Motore Sanità, moderato da Claudio Zanon, direttore scientifico, presso la Biblioteca del Senato Giovanni Spadolini a Roma.

"Abbiamo ancora tanti casi che sfuggono ai servizi psichiatrici - ha aggiunto Sileri - lo scorso luglio, dopo un vuoto di oltre dieci anni, è partito un tavolo tecnico sulla salute mentale per verificare la qualità dei percorsi di trattamento e riabilitazione, e per selezionare i modelli di intervento più appropriati. Fondamentale sarà puntare sul reinserimento sociale della persona e sulla presa in carico dell'intero nucleo familiare poiché il disturbo mentale ha ricadute su tutta la famiglia".

Come la medicina generale, che negli anni 50 con la scoperta del genoma ha rivoluzionato i confini del sapere, oggi la psichiatria con la scoperta del connettoma, la rete neuro-biologica che collega tra di loro i centri cerebrali ed elabora il pensiero e le nostre azioni, costruisce una conoscenza ultrastrutturale del cervello, iniziamo a spiegare i meccanismi più’ profondi delle malattie psichiche. Questo enorme cambiamento conoscitivo impone radicali cambiamenti nella metodologia e nella prassi della formazione dei nuovi psichiatri del terzo millennio, la scuola deve essere inserita sia nel mondo accademico sia nel servizio sanitario nazionale, che comprende le nuove realtà ospedaliere territoriali”, ha detto Massimo Di Giannantonio, Società Italiana di Psichiatria. “Le nuove leve, i moderni specialisti devono sapersi muovere agilmente dalla psicopatologia alla farmacologia, fino alla psicoterapia”.

Occorre anche pensare a riformare l’organizzazione dipartimentale creando presupposti per una vera integrazione tra servizi per l’adolescenza e ambulatori per l’adulto. “Oggi è necessario ridurre il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi e l’inizio delle cure, ha dichiarato Michele Sanza, Direttore Servizio Dipendenze Patologiche, Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna – Cesena. “Infine, il destino dei disturbi psichici dipende solo in una certa misura dai trattamenti terapeutici; è necessaria la collaborazione dei Dipartimenti di Salute Mentale con gli Enti Locali per favorire politiche di accesso al lavoro, per attuare il diritto all’abitare e spazi di vita che favoriscano piena integrazione delle persone con disturbi psichici nel tessuto umano e culturale della Comunità”,

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