Coronavirus e ultravioletti, raggi solari alleati contro la polmonite
L’epidemia continua la ritirata senza ritorni di fiamma in questa Fase 2. Oltre ai ricoveri in calo si assiste a una generale attenuazione delle sintomatologie respiratorie, che fino a poche settimane fa riempivano di malati le terapie intensive. Di bene in meglio le guarigioni da Covid, la percentuale di soggetti positivi ai tamponi mai così bassa.
«Assistiamo a un progressivo, rapido calo dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva – ha commentato il professor Vincenzo Bruzzese, direttore di Medicina interna e Rete reumatologica nel Presidio Nuovo Regina Margherita di Roma – ciò è dovuto sicuramente alle misure di isolamento sociale adottate, ma anche alla bella stagione, e in particolare al ruolo dell’irradiazione solare. Infatti, non è tanto il caldo, l’aumento della temperatura, che influenza il ciclo del Coronavirus, ma sono i raggi ultravioletti del sole che possono destabilizzarlo ». Colpisce la scomparsa pressoché totale delle gravi polmoniti interstiziali che si vedevano prima, tanto è vero che i decessi (242, in lieve calo rispetto ai 262 di giovedì) sono riferibili a degenti in condizioni critiche da tempo. Dalla fine di aprile, i nuovi casi sono meno gravi e vengono trattati più spesso a casa.
«Anche nel nostro ospedale in Lombardia vediamo pazienti meno compromessi, da una settimana a questa parte abbiamo smesso di trasferire in rianimazione nuovi casi. I quadri respiratori sono cambiati – afferma Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità – nelle radiografie scompare il classico aspetto a vetro smerigliato dei polmoni, con ramificazione caratteristica bilaterale, sono pazienti gestibili senza invasività. Li supportiamo, al bisogno, con una semplice ventilazione. Insomma arrivano alla nostra osservazione casi molto diversi da quelli che vedevamo prima, e con un’assistenza adeguata possono tornare a casa. Anche i nostri pneumologi ritengono che il virus sia meno aggressivo. Dal punto di vista statistico si notano differenze significative, la mortalità nell’arco di due mesi è diminuita, grazie anche al fatto che si affrontano meglio i malati all’esordio».
Un altro indicatore attendibile dell’andamento dell’epidemia viene dal netto calo del numero di attualmente positivi. E si conferma il trend di riduzione dei ricoveri, una costante da quasi sei settimane. «Tutti i virus sono sensibili ai raggi solari. Durante la stagione estiva – riprende il professor Bruzzese – il sole spende, alla nostre latitudini, irradiando la superficie terrestre con UVB molto potenti. Questi, dicevo, possono destabilizzare la struttura del Coronavirus, rendendolo meno contagioso, meno virulento, influenzandone il ciclo vitale. Ci dobbiamo aspettare quindi, d’estate, un calo dei contagi ma anche e soprattutto una malattia diversa, meno aggressiva e con meno complicazioni».