La pandemia costringe a rinviare gli screening
Dall'inizio della pandemia le ferite sono profonde. I programmi di screening per i tumori al colon retto, alla mammella e alla cervice uterina sono stati temporaneamente sospesi in molte regioni italiane e in particolare nella prima ondata, sia perché il personale sanitario è stato dirottato verso l'assistenza ai malati Covid-19 sia perché la volontà di ridurre il rischio di contagio ha prevalso sulla necessità di eseguire visite ed esami diagnostici.
Nelle ondate successive, nonostante un parziale miglioramento, continuiamo a registrare ancora un-17% nelle mammografie, -13% nelle TAC polmonari e -13% sulle colonscopie. In aggiunta, dati stabili o addirittura in peggioramento nel periodo ottobre-dicembre 2020 rispetto alla prima ondata, su nuove diagnosi (-14%), interventi chirurgici (-24%) e minori ricoveri (-37%), rispettivamente a -15%, -20% e 16% nel periodo febbraio-giugno 2020. Infine, il dato che più preoccupa, è che alla quarta ondata (febbraio 2021) gli oncologi italiani dichiarano di visitare ancora in media il 30% di pazienti in meno rispetto al periodo pre-pandemia. Sono dati reali aggiornati a dicembre 2020 frutto di indagini IQVIA che la dottoressa Antonella Levante ha riportato all'Osservatorio Motore Sanità.
«La pandemia da Covid-19 è come uno tsunami nei malati di cancro - ha dichiarato il Professor Francesco De Lorenzo, Presidente FAVO - Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia -. Il grido d'allarme lanciato da FAVO alla Commissione Affari Sociali della Camera è stato recepito prima dall'Onorevole Carnevali e successivamente dalla Senatrice Binetti, con due risoluzioni approvate all'unanimità in 20 giorni e con il parere favorevole del Governo».
Partendo da queste premesse si sta sviluppando un movimento di opinione, e una presa di coscienza da parte delle istituzioni centrali e regionali, per rilanciare gli aspetti che più preoccupano i malati di cancro, sollecitando il Governo ad attuare quanto previsto dalle risoluzioni, attraverso un nuovo Piano Oncologico Nazionale che, in linea con quello europeo, definisca una progettualità complessiva da inserire nel Recovery Plan.
Alessandro Malpelo
QN Quotidiano Nazionale
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