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Donne in Meta, gioco di squadra contro il tumore al seno

Una delle più interessanti campagne delle ultime settimane si intitola Donne in Meta. Intraprendenza, tenacia, spirito di gruppo: sono tre valori chiave che accostano idealmente il gioco di squadra, e nella fattispecie gli schemi del rugby, al vissuto nella sfera femminile. Ambassador dell’iniziativa è Marco Bortolami, capo allenatore del Benetton Rugby.

«Le iniziative di prevenzione e sensibilizzazione sul tumore al seno sono fondamentali – ha affermato Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, alla presentazione a Milano della campagna “Donne in Meta” – ma bisogna considerare anche gli aspetti connessi alle singole tipologie di questa complessa malattia, e sostenere la ricerca, impegnata a mettere a punto terapie mirate che possano allontanare il rischio di un ritorno di malattia». Nel 20% dei casi la mammella può dare recidive o metastasi, in questi casi occorre trovare nuove opzioni di cura. La campagna promossa da Gilead intende perciò prospettare inediti scenari in oncologia ginecologica. Ma in quali casi questo è possibile?

"La particolarità del carcinoma mammario triplo negativo - spiega Alessandra Gennari, professore associato di oncologia all’Università del Piemonte Orientale - dipende dal fatto che le sue cellule non presentano le tre proteine bersaglio individuate dalla ricerca in altre forme di tumore al seno, ovvero il recettore dell’estrogeno (ER), il recettore del progesterone (PR) e il recettore 2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2). Non è quindi possibile impostare terapie mirate con farmaci a bersaglio molecolare, la chemioterapia rimane così la prima risorsa, combinata con l’immunoterapia in quel 40-50% di casi in cui è presente il bersaglio PD-L1. Inoltre, può essere necessario il ricorso alla chirurgia e alla radioterapia".

La ricerca ha di recente messo a disposizione un anticorpo che riconosce e attacca un ben determinato recettore (antigene di superficie) presente nelle cellule tumorali, coniugato con un chemioterapico, che viene così portato esattamente dove deve esprimere la sua massima azione antitumorale. Al momento questi farmaci (anticorpi coniugati) possono essere utilizzati solo in casi selezionati, ma rappresentano molto più di una speranza. Fare squadra è dunque fondamentale anche in medicina, sono diverse le figure specialistiche invitate a prodursi su questi nuovi scenari.

«Con la nostra partecipazione – ha sottolineato la presidente D’Antona – vogliamo contribuire a sostenere tutte quelle pazienti che si ritrovano ad affrontare una partita ancora più dura». Tra gli atteggiamenti vincenti suggeriti dallo sport, e dal rugby in particolare, c’è quello di “non mollare mai”, la guarigione come traguardo al quale si punta attraverso un impegno collettivo, a partire dal coinvolgimento personale.

Attraverso il sito www.donneinmeta.it la campagna  di sensibilizzazione sul carcinoma mammario metastatico triplo negativo sviluppata da HonBoard, con il patrocino di Europa Donna Italia, vuole porsi dunque come punto di riferimento per tutte le pazienti in terapia.

“Un aspetto fondamentale del percorso di cura consiste nell'ascoltare, e se possibile soddisfare, i bisogni delle pazienti, compresi quelli legati alla sfera emotiva. Per questo motivo - ha dichiarato Cristina Le Grazie, di Gilead Sciences - oltre che impegnarsi nella ricerca e nello sviluppo di nuovi farmaci antitumorali, la nostra azienda è ben lieta di promuovere iniziative come Donne in Meta, un primo passo nel percorso che ci attende al fianco delle donne colpite da carcinoma mammario metastatico triplo negativo".

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