Medicina di laboratorio, alleanza per combattere l’invecchiamento
Superare il giro di boa dei novant'anni senza mostrare i tratti tipici dei vecchi: pensiero ripetitivo, prostrazione fisica, rughe e pallore. Un traguardo desiderabile anzi possibile, quello di mantenersi in forma, combinando ai progressi della medicina un pizzico di fortuna. Un esempio di longevità che vediamo ai giorni nostri è incarnato da Silvio Garattini, padre fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: fisico asciutto, intellettuale acuto, attivo già al mattino, al punto che è in grado di rispondere a tamburo battente alle domande di un intervistatore, senza preavviso, su qualunque tema scientifico di attualità: un interlocutore ideale nel mondo dei media.
Sono le malattie, quando si sviluppano nell'anziano, a logorare l'organismo causando l'invecchiamento. In altre parole, più riusciamo a mitigare l'impatto delle malattie meglio andrà in termini di efficienza fisica e mentale. Un nuovo paradigma sull'invecchiamento sarà esplorato in occasione della conferenza strategica della Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica (SIBioC) incentrata sulla medicina di laboratorio. L'appuntamento, il 21-22 maggio a Roma, presieduto da Tommaso Trenti con Laura Sciacovelli e Marcello Ciaccio, si celebra nell'ambito del congresso mondiale EuroMedLab Worldlab. "Ci aspettiamo profondi mutamenti e grandi novità in materia di biomarcatori, omics e tecnologie analitiche. La rivoluzione digitale in atto porterà a una migliore integrazione e interpretazione delle informazioni", ha scritto il presidente Trenti. A questo evento interverrà, tra gli altri, il professor Franco Salvatore, autore di un approccio innovativo al problema dell’invecchiamento che qui merita una citazione.
Ricercatori italiani stanno studiando un metodo capace di calcolare la reale età biologica di un individuo, metodo da accompagnare con visite periodiche dal proprio medico, e da abbinare eventualmente a una valutazione geriatrica. La parte più impegnativa di questo lavoro consiste nel combinare una gran mole di dati. Dunque un concreto tentativo, su basi razionali, finalizzato a farci invecchiare al riparo dalle malattie e dalla sofferenza che provoca dolore. Si tratta di un progetto di largo respiro che potrebbe avere enormi ripercussioni nel modo di praticare la medicina e la geriatria, con effetti virtuosi anche in termini di demografia, economia sanitaria, consenso sociale.
Con la maturità cambia il metabolismo, si è più vulnerabili, come insegna il caso di Silvio Berlusconi, altro brillante esempio di longevità, ma che alla fine ha dovuto fare i conti con un calo delle difese immunitarie, una cronica anomalia dei globuli bianchi, riferirono i medici che lo avevano in cura, che lo rendeva più esposto alle infezioni. Del resto tutti noi, appartenenti al genere umano, andiamo incontro negli anni alle mutazioni nel Dna, mutazioni che colpiscono anche le staminali, e tolgono qualcosa alle nostre potenzialità, anche se poi intervengono fisiologici processi di riparazione e recupero.
Perché alcune mutazioni prevalgono nei giovani e altre nella vecchiaia? Questo è un mistero che stanno cercando di svelare interi battaglioni di ricercatori, e tra questi annoveriamo i giovani talenti del Ceinge, centro di alta formazione in biotecnologie avanzate legato alla Federico II di Napoli.
Nel corpo umano la produzione di cellule del sangue cambia con l'età. Sappiamo che sotto i 65 anni decine di migliaia di staminali concorrono alla produzione di cellule del sangue, mentre dopo i 70 anni questo meccanismo subisce una virata. Per mantenersi giovani il più a lungo possibile diventa utile conoscere, in ogni momento, come tutti questi fattori ambientali e genetici si riflettono in termini di salute in modo da prendere provvedimenti, conoscendo i nostri punti deboli, non appena qualcosa accenna ad andare storto.