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Ricerca sul cancro, Janssen Oncology presenta i suoi cavalli di battaglia

Nove farmaci oncologici lanciati in dieci anni, con otto cavalli di battaglia consegnati alla storia della medicina, terapie frutto della ricerca sul cancro che hanno fatto da apripista. Sono questi i numeri di Janssen Oncology, divisione specializzata dell’azienda farmaceutica, parte integrante del Gruppo Johnson&Johnson. Quest'anno si segnalano due importanti new entry (amivantamab, teclistamab), mentre il daratumumab allarga il perimetro di efficacia con indicazioni nuove di zecca, relative al trattamento di tumori solidi ed ematologici.

 

La carrellata dei farmaci oncologici, presentati oggi a Milano, prende le mosse dal primo inibitore del CYP17 nel tumore della prostata (abiraterone acetato), a seguire la novità amivantamab, primo anticorpo bispecifico interamente umano indicato nel trattamento del tumore al polmone (NSCLC) con inserzione nell’esone 20 dell’EGFR, il primo inibitore del recettore degli androgeni nel carcinoma prostatico non metastatico resistente (apalutamide), e il primo anticorpo diretto contro l’antigene CD38 nel mieloma multiplo (daratumumab).

 

Guarigioni stabili

«Da oltre trent’anni - ha annunciato Alessandra Baldini, direttore medico Janssen Italia - contribuiamo a rispondere ai bisogni di cura insoddisfatti dei pazienti oncologici, al miglioramento delle aspettative e della qualità di vita. Questo è possibile grazie al nostro desiderio di concretizzare la missione che ci siamo dati, quella di lavorare per un futuro in cui le malattie siano un ricordo del passato».

 

Quali altri progressi possiamo annoverare ultimamente in oncologia ed ematologia? Niraparib più abiraterone in combinazione entrano in pista nel trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente, positivo alle mutazioni BRCA1/2. Erdafitinib, primo inibitore dei pan-FGFR (recettori del fattore di crescita dei fibroblasti) viene prescritto nel tumore alla vescica. Da citare ancora ibrutinib, primo inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK) per il trattamento di leucemia linfocitica cronica, linfoma mantellare e macroglobulinemia di Waldenström. Teclistamab, altra novità assoluta, è il primo anticorpo bispecifico anti-BCMA per il trattamento del mieloma multiplo.

 

Abbiamo poi le CAR-T di Janssen, soluzioni sofisticate quali ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) somministrazione di linfociti riprogrammati che esprimono un recettore chimerico per l'antigene, in grado di riconoscere il target BCMA (B cell maturation antigen) nel mieloma multiplo. Daratumumab è disponibile ora per il trattamento dell’amiloidosi da catene leggere e, in combinazione con pomalidomide e desametasone, per il mieloma multiplo.

 

Studi clinici

«La pipeline continua ad arricchirsi di terapie avanzate personalizzate – conclude la dottoressa Baldini di Janssen - e questo è possibile grazie al costante impegno nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi». Va da se che in occasione di Asco 2023, il meeting dell’American Society of Clinical Oncology, a Chicago, sono stati presentati numerosi altri studi, trial e sperimentazioni nel campo della medicina di precisione, che prospettano risultati promettenti nel trattamento di tumori solidi e oncoematologici. Nel 2022 gli investimenti complessivi a livello mondiale sono stati pari a 10 miliardi di euro, il 22 per cento del fatturato di Janssen. Anche l’Italia è protagonista nella ricerca scientifica dell’azienda, con 97 studi clinici oggi attivi nei principali centri clinici.

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