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Leucemia mieloide cronica, semaforo verde ad asciminib di Novartis

La leucemia mieloide cronica è un tumore del sangue che facilmente innesca fenomeni di resistenza o intolleranza ai trattamenti disponibili, costringendo i medici a sospendere le terapie in seconda istanza, per poi andare a sondare nuove strade. Oggi l'oncoematologia si arricchisce di una nuova carta da giocare, asciminib di Novartis. “In questo scenario – commenta Fabrizio Pane, ordinario di ematologia all'Università Federico II di Napoli – è molto importante, per chi convive con la leucemia mieloide cronica, accedere a terapie di terza linea efficaci, ben tollerate e capaci di garantire una buona qualità di vita”.

 

Asciminib, ora rimborsabile in Italia, vanta un meccanismo d’azione del tutto peculiare, capostipite di una nuova generazione di farmaci detti STAMP inibitori (Specifically Targeting the ABL Myristoyl Pocket). “A differenza degli altri inibitori, il nuovo farmaco si lega in maniera altamente specifica alla tirosin-chinasi BCR-ABL1, l’interruttore che accende la malattia”, ha affermato Fausto Castagnetti, professore associato all'Università di Bologna, Istituto Seragnoli.

 

Sempre Castagnetti riporta che “l’efficacia di asciminib è confermata dai dati dello studio registrativo di fase III ASCEMBL che ha evidenziato, dopo 24 settimane di trattamento, un tasso di risposta molecolare maggiore quasi doppio rispetto a un altro inibitore tirosin-chinasico, efficacia confermata anche a distanza di 96 settimane”.

 

La terapia viene indicata in particolare nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica con cromosoma Philadelphia positivo in fase cronica con resistenza o intolleranza ad almeno due precedenti inibitori tirosin-chinasici.

 

Secondo una survey della Fondazione GIMEMA, citata da Massimo Breccia, professore associato all'Università di Roma, La Sapienza di Roma, “la stragrande maggioranza degli ematologi italiani interpellati (il 98%) considera asciminib un farmaco adatto anche agli anziani”. Questo perché, aggiungiamo noi, si associa a minori eventi avversi, quindi una notizia doppiamente positiva per quanti sono alle prese con la malattia.

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