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Dolore cronico, campagna Sandoz con Nuzzo e Di Biase

Quando parliamo di dolore cronico in tanti si voltano da un'altra parte, per i motivi più disparati, principalmente perché sono temi incresciosi, sollevano questioni etiche, esistenziali, affettive e di gestione pratica della malattia. Eppure il dolore cronico è una problema diffuso che colpisce circa il 28% della popolazione italiana. Questo è il motivo per cui viene lanciata la campagna E tu sai cosa si prova? Superare il dolore si può, promossa da Sandoz con patrocinio di Aisd, FederDolore, Fondazione Isal, Fondazione Onda e Simg. L'obiettivo di questa iniziativa è informare in maniera corretta, semplice e diretta su cosa sia il dolore cronico, perché è importante non sottovalutarlo e cosa si può fare per superarlo.

 

La campagna porta in dote un video ironico interpretato da Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, che verrà lanciato sui rispettivi profili social e approderà nelle sale cinematografiche in autunno. Inoltre, verranno distribuiti materiali informativi presso le farmacie a partire da settembre.

 

L'importanza di conoscere meglio come affrontare il dolore cronico è confermata dai risultati dell'indagine promossa da Fondazione Onda con il supporto di Sandoz, realizzata da Elma Research. Dai dati emersi si vede che il 34% delle persone ha esperienze dirette con il dolore cronico, ma solo il 23% ha ricevuto una diagnosi specifica. Questo tipo di esperienza ha un impatto significativo sulla qualità di vita, infatti il 60% dei soggetti lo descrive come un dolore forte che infierisce sulla quotidianità e benessere.

 

Ciò che colpisce maggiormente è il ritardo con cui questa condizione invalidante viene riconosciuta: passano circa 2 anni prima di approdare a una figura di riferimento, come ad esempio il medico di famiglia, e circa 3 anni dalla comparsa dei sintomi prima di ottenere una diagnosi precisa. Questo ritardo comporta talvolta un peggioramento del quadro clinico.

 

Di fronte a dolori prolungati come mal di schiena, mal di testa e dolori muscoloscheletrici, il 57% delle persone intervistate cerca informazioni sui farmaci, il 53% sui specialisti a cui rivolgersi e il 52% sugli esami e gli accertamenti da effettuare per alleviare il disagio. È importante sottolineare che il dolore cronico è definito come persistente, continuo o ricorrente, un assillo che va avanti da più di 3 mesi. A differenza del dolore acuto, associato a una specifica malattia o lesione, il dolore cronico perde la connessione con la sua causa iniziale. Pertanto, è fondamentale che venga riconosciuto e trattato fin dall'inizio secondo le linee guida diagnostiche e terapeutiche.

 

L'indagine mostra che, in media, chi soffre di dolore cronico si rivolge al farmacista dopo 6-7 mesi dalle prime avvisaglie, e solo successivamente, dopo 2 anni, interpella i medici. Questo ritardo nella diagnosi va preso in seria considerazione. La campagna di Sandoz mira a colmare la lacuna, rilanciando informazioni corrette sul dolore cronico e sulle possibilità di superarlo.

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