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La riorganizzazione del Servizio sanitario passa dall’innovazione

La riorganizzazione del Servizio sanitario passa dall’innovazione. Genetica molecolare, terapie target, farmaci agnostici, intelligenza artificiale e big data: la macchina della salute deve stare al passo coi tempi. Parliamo di progressi vantaggiosi, che richiedono un cambio di mentalità. Le terapie innovative ad esempio consentono di curare meglio risparmiando somme enormi.

 

Difficile sentire certi politici salutare come una vittoria il vertiginoso calo che si è registrato nelle richieste di trapianto di fegato, grazie all'avvento degli antivirali ad azione diretta contro l'epatite C. Eppure bisogna avere l'accortezza, una volta profusi gli investimenti, di pensare a raccogliere i frutti, fare tesoro dei risparmi, dare atto ai ricercatori delle conquiste: parliamo di guarigioni, cronicità, stabilizzazioni del quadro clinico, minori sofferenze, che si tratti di diabete, oncologia, cardiovascolare, respiratorio, infezioni resistenti agli antibiotici, malattie rare o altro.

 

Si è parlato di questo, dell'accesso all'innovazione in sanità come motore della ripartenza, alla conferenza stampa della MidSummer School di Motore Sanità, presso la Sala Cristallo del centro congressi Hotel Nazionale a Montecitorio. Ospite d'onore Mariella Enoc, un nome che non ha bisogno di presentazioni.

 

Processi di rimborsabilità in Italia

In un'epoca in cui ogni settore cerca di adeguarsi al dinamismo della società moderna, è arrivato il momento di riflettere sulla lunghezza dei processi che caratterizzano l'accesso ai farmaci in Italia. Oggi un medicinale che ha ottenuto semaforo verde dalle autorità europee, dopo che i dossier sono stati scandagliati da cima a fondo, riprende il suo iter in Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) per poi affacciarsi alla discrezionalità dalle regioni, e in questo via vai si creano discrepanze temporali tra territori diversi, iniquità, verrebbe da dire un tira e molla poco edificante che delude i malati, e costringe gli addetti ai lavori a pararsi con la medicina difensiva, che porta alla resistenza al cambiamento.

 

Collaborazione pubblico privato

“L’obiettivo che ci siamo dati è quello di esplorare il futuro dell’innovazione in Italia, a partire dall'imminente ristrutturazione dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che dovrà sempre di più affrontare tematiche importanti quali la genetica molecolare, le terapie target, i farmaci agnostici, e che deve accelerare l’ingresso dei farmaci innovativi”, ha spiegato Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità. “Allo stesso modo è il momento di pensare a una nuova filiera di politica industriale in Italia per quanto riguarda la salute, tenendo presente che acquistiamo più di 55 miliardi di farmaci e dispositivi come Servizio Sanitario Nazionale. Io credo che, così come ha fatto la Germania, sia necessario attivare una collaborazione tra pubblico e privato per sviluppare la ricerca e sostenere la produzione industriale”.

 

Semplificare i meccanismi

Dunque il convegno romano, promosso grazie al sostegno incondizionato di Pmi Science e Angelini Pharma, si proponeva di verificare da dove partire per semplificare certi meccanismi amministrativi. L’evento è stato patrocinato da AIRI Associazione Italiana per la Ricerca Industriale, ANMAR Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus, Fondazione ANT Franco Pannuti, Farmindustria, FAVO Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, SIMA Società Italiana di Medicina Ambientale.

L'Ema (Agenzia Europea dei Medicinali) è un organismo che valuta l'efficacia e la sicurezza dei farmaci a livello europeo Una volta che una terapia ha ottenuto l'approvazione da parte dell'Ema, potrebbe essere reso rapidamente disponibile ai pazienti, ma la realtà italiana è ancora ben lontana da questo traguardo.

 

Attualmente, la procedura richiesta in Italia per la rimborsabilità di un farmaco validato dall'Ema implica diverse fasi che influenzano i tempi di accesso ai nuovi trattamenti. Dopo l'approvazione europea, il farmaco in Italia passa dall'Aifa, competente per la valutazione economica e la determinazione del prezzo di riferimento. Successivamente, il farmaco affronta un ulteriore passaggio presso le amministrazioni regionali prima di essere messo a disposizione dei luoghi di cura.

 

Colmare il divario

“L’innovazione intesa come driver di sviluppo ci pone tutti - manager, professionisti e cittadini - dinanzi a una grande prospettiva di trasformazione: oggi ci troviamo di fronte alla necessità di ripensare i modelli organizzativi tradizionali, di costruire un ecosistema e-health anche digitalizzato che si fondi su un paradigma etico con al centro la persona”, ha affermato Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso. “Innovare è possibile, ma solo se si va nella direzione di un abbattimento di ogni divario, e non solo quello digitale, presupposto fondamentale per garantire l’equità di accesso alle cure costituzionalmente garantita. Oggi i manager delle Aziende sanitarie sono impegnati fortemente. L’innovazione e la digitalizzazione non rappresentano il fine, bensì uno strumento di salute partecipativa, sempre al servizio della comunità”.

 

Governance

Le ragioni di certe lentezze possono essere diverse e richiedono un'attenta analisi delle cause. Da più parti infatti si invoca un più tempestivo accesso, in sicurezza, alle terapie innovative. “Spero che, a breve, avremo la ristrutturazione dell'Agenzia italiana del Farmaco, a me interessa che le medicine che arrivano siano prontamente disponibili per tutti”. ha detto pochi giorni fa il ministro Orazio Schillaci, intervenendo all'Assemblea nazionale di Farmindustria, a Roma. Del resto il mondo cambia e dobbiamo stare al passo coi tempi. “La tecnologia avanza – ha precisato il ministro parlando di governance e innovazione – e per questo è necessario ammodernarci”, anche dal punto di vista regolatorio.