Cristallino, glaucoma e chirurgia refrattiva: luci e ombre in oftalmologia
Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il settore dell'oculistica, consentendo la diagnosi precoce di malattie complesse e l'utilizzo di cure sempre più efficaci. Tuttavia, visto l'aumento della domanda di prestazioni specialistiche in oftalmologia, è mancato un adeguamento dell'offerta, soprattutto da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Questo quanto emerso in apertura di un incontro, organizzato presso la sala stampa della Camera dei Deputati, brillantemente moderato da Vira Carbone di Buongiorno Benessere, settimanale di Rai1 dedicato alla salute e alla medicina.
Attualmente, in Italia si contano 1500 medici oculisti impiegati nel SSN, un numero in costante calo, anche perché i giovani specialisti preferiscono la libera professione. Infatti, secondo il presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI), Matteo Piovella, che ha promosso l'evento in concomitanza con le celebrazioni del congresso, in Italia sono in attività 7000 medici oculisti.
Prenotazioni
Uno dei problemi che ancora affliggono il settore sono le visite oculistiche frammentate in multipli accessi e tempi di attesa improponibili, una organizzazione sostanzialmente ingessata che rende complicato definire chiaramente, e rapidamente, la condizione clinica del paziente sotto esame. Parliamo di una vasta gamma di patologie, che spaziano dalla miopia al glaucoma, dalle retinopatie alla cataratta, senza dimenticare l'occhio secco e tante altre condizioni patologiche che affliggono la vista. Questo sistema inefficace comporta la necessità di prenotare esami con mesi di attesa, creando liste di attesa che allungano i tempi di diagnosi e cura.
Il presidente SOI sottolinea che questo modello organizzativo, nato negli anni '70 quando gli esami oggi indispensabili non esistevano, non è più adatto alle esigenze attuali. Questo sistema porta alla moltiplicazione delle visite e degli esami, con tempi lunghi e duplicazione di appuntamenti per i pazienti.
Cataratta
La situazione è particolarmente grave per quanto riguarda le operazioni di cataratta, che rappresentano l'84% dell'attività di un reparto di oculistica ospedaliero. Attualmente, si possono avere attese fino a due anni per queste operazioni, il che significa un ritardo significativo nella diagnosi e nella cura di altre patologie oculari.
La conseguenza di queste lunghe liste di attesa e di un sistema organizzativo inadeguato è che molti pazienti rinunciano alle cure oculistiche, aumentando il rischio di perdita della vista. La SOI prevede che entro il 2030, senza un adeguamento del sistema, potrebbe raddoppiare l'incidenza della cecità in Italia.
È necessaria dunque una riorganizzazione del sistema sanitario per affrontare queste criticità. La SOI suggerisce di aumentare il numero di medici oculisti impiegati nel SSN, migliorare l'organizzazione delle visite e degli esami, e prevedere visite di controllo regolari per tutta la vita del paziente dopo un intervento chirurgico di cataratta.
Prevenzione
È fondamentale agire ora per evitare un aumento dell'incidenza della cecità in Italia. L'oculistica e le sue nuove tecnologie possono svolgere un ruolo vitale nel prevenire e curare le malattie oculari, ma solo se il sistema sanitario si adegua alle esigenze dei pazienti. È responsabilità delle autorità sanitarie promuovere un cambiamento e garantire un accesso tempestivo e di qualità alle cure oculistiche per tutti.
Le dichiarazioni del presidente della Società oftalmologica italiana (SOI), Matteo Piovella, mettono in luce una serie di criticità presenti nel settore dell'oculistica in Italia. Secondo Piovella, le liste d'attesa per le visite oculistiche sono presenti in tutte le regioni, ma prenotare una visita non è né semplice né intuitivo.
Esami
Il problema principale riguarda la struttura della visita specialistica, che viene "spacchettata" in diverse fasi diagnostiche. Questo significa che il paziente deve avere già una possibile diagnosi prima di essere visitato, in modo da indirizzare correttamente la richiesta. Ad esempio, se il paziente ha bisogno di un esame del fondo dell'occhio, della prescrizione di occhiali, della misurazione della pressione oculare o di altre analisi specifiche, deve essere consapevole di queste necessità in anticipo.
Dotazioni
I limiti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non finiscono qui. Le strutture pubbliche raramente dispongono dello corredo completo di strumentazioni di ultima generazione che hanno rivoluzionato il settore dell'oculistica e l'efficacia dei trattamenti, in grado di soddisfare tutte le richieste.
Occhiali
Un esempio di questo problema riguarda i pazienti che si sottopongono all'intervento di chirurgia del cristallino. Grazie all'impianto di cristallini artificiali, ora hanno la possibilità di vedere senza occhiali e di svolgere normalmente attività come guidare, guardare la televisione, utilizzare il computer o leggere senza bisogno di ausili visivi. Tuttavia, queste tecnologie digitali non sono adottate nel SSN per motivi organizzativi e di costo.
È importante migliorare la qualità dell'assistenza senza abbassare il livello dei servizi offerti per motivi economici. L'indicazione costo-beneficio non può essere applicata quando mancano aggiornamenti tecnologici e tecnici necessari. È essenziale investire nella ricerca e nell'implementazione di tecnologie innovative per migliorare il trattamento dei pazienti con problemi di vista.
Anestesia
Inoltre, è fondamentale sostenere l'equipe chirurgica in oftalmologia, che dovrebbe includere anche il medico anestesista. Attualmente, avere il medico anestesista in oftalmologia è un lusso, nel senso che sono pochi rispetto al volume di interventi programmati. Questa è una ulteriore limitazione.
Dunque, alla luce delle osservazioni qui sintetizzate, è necessario, per gli esperti, affrontare con urgenza le problematiche nel settore dell'oculistica in Italia. È opportuno garantire un accesso tempestivo alle visite oculistiche, migliorare l'adozione di strumentazioni di ultima generazione nelle strutture pubbliche e sostenere l'equipe chirurgica per offrire una qualità di assistenza adeguata ai bisogni dei pazienti.
Rimedi
In conferenza, nella sala stampa alla Camera dei Deputati, il presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI), Matteo Piovella, ha ricordato che l'oculistica è una specialità che ha potuto migliorare notevolmente la capacità diagnostica e sviluppare cure innovative mai applicate prima. In passato i medici oftalmologi avevano a disposizione una gamma ristretta di esami e indagini efficaci, il che rendeva difficile prescrivere cure adeguate ai pazienti. Oggi le tecnologie sono all'ordine del giorno, scarseggiano però le risorse per estendere i benefici delle nuove tecnologie su ampi strati di popolazione.
Si dovrebbe partire dall'infanzia. Ogni esame o indagine tecnologicamente avanzata prescritta dal medico, che mira a salvaguardare la vista di un bambino o di un adolescente, è appropriata e priva di effetti collaterali, e permette di individuare difetti in grado di essere corretti per ristabilire una visione perfetta. I medici oftalmologi in Italia effettuano ogni anno 15 milioni di visite e riescono a salvaguardare la vista di 2 milioni di persone. Questo evidenzia l'importante ruolo che l'oculistica riveste nella società e l'impatto positivo che può vantare.
Negli anziani, la cataratta non è da considerarsi una patologia, ma una decadimento naturale della trasparenza del cristallino dell'occhio. È una condizione che prima o poi quasi tutti dobbiamo affrontare, e si finisce per sottoporsi a un intervento chirurgico di routine per trattarla. Il presidente SOI ha raccontato la sua esperienza personale, si è sottoposto all'intervento sul cristallino dieci anni fa e dal quel momento vede perfettamente sia da vicino che da lontano, senza bisogno di occhiali o altre correzioni per una visione nitida.
Piovella considera fondamentale il ruolo delle istituzioni, della politica, per dare risposte a quanti soffrono di patologie oculari e salvaguardare la vista come patrimonio collettivo. “Tuttavia, fin quando l’oculistica verrà considerata una specialità elettiva, anziché salvavita, sarà difficile prevedere uno stanziamento di fondi pubblici consono alle esigenze. Nel frattempo – avverte il numero uno dei medici oftalmologi italiani - una prima soluzione potrebbe essere la previsione di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini che se lo possono permettere e sono tanti. In questo modo si darebbe la possibilità a tutti di accedere ai trattamenti oggi a disposizione, compresi quelli di ultima generazione, come il cristallino o le terapie per l’occhio secco evaporativo, patologia per la quale fino a un anno fa- conclude lo specialista – mancavano terapie efficaci”.