Gender gap, un divario da superare nell’impresa femminile
Il gender gap rappresenta ancora oggi una sfida per il mondo del lavoro e dell'imprenditoria. Le donne si trovano spesso di fronte a ostacoli sociali, burocratici e legislativi che limitano la loro partecipazione e il successo professionale. Proprio per affrontare questo problema, l'Europarlamentare Gianna Gancia ha proposto un'azione pragmatica durante la presentazione del "Manifesto Start WE-Up: Accendiamo l'Impresa Femminile".
Durante l'evento, che ha avuto luogo a Bruxelles nei giorni scorsi, questo documento è stato presentato come un punto di incontro cruciale per donne imprenditrici determinate a promuovere l'impresa femminile e aumentare la competitività europea a livello internazionale. L'iniziativa, promossa da "Gruppo Donne di Confimi Industria" e "LeContemporanee," ha offerto una piattaforma cruciale per discutere la valorizzazione dell'impresa femminile e proporre soluzioni concrete per superare gli ostacoli che le donne affrontano nel mondo del lavoro.
La parlamentare europea ha sottolineato la necessità di fissare criteri uniformi per la partecipazione femminile nelle piccole e medie imprese europee e ha proposto azioni pragmatiche per abbattere gli ostacoli burocratici e legislativi. La sua proposta consiste nel superare la risoluzione del Parlamento Europeo del 13 settembre 2011 sull’imprenditorialità femminile per avere una definizione unica di impresa femminile valida per tutti gli Stati membri. Sarebbe preferibile considerare un'azienda come "impresa femminile" se ha una maggioranza di donne nelle quote di proprietà e/o nella dirigenza. In un momento in cui l'economia europea sta perdendo slancio e cedendo centralità nelle catene dell'offerta a favore di paesi come gli Stati Uniti e la Cina, è necessario concentrarsi sulla competitività delle imprese, comprese quelle femminili.
Per implementare questa strategia, l'on. Gancia suggerisce di inserire l'attuazione di questa strategia in un grande piano di investimenti europeo per la competitività delle aziende e del mondo del lavoro. Un'idea simile al modello del Recovery Fund, questa volta con un capitolo specifico sulla competitività femminile.