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Apnee ostruttive del sonno, terapia con tirzepatide riduce la gravità delle OSA

Le apnee ostruttive del sonno sono espressioni di una malattia complessa (OSA) che può avere conseguenze drammatiche, quali aritmie, coronaropatie e trombosi, fino all'ictus e allo scompenso cardiaco, senza dimenticare l'insonnia e la sonnolenza diurna, anticamera della depressione. Parliamo di inconvenienti difficili da trattare perché strettamente legati a sovrappeso, adiposità localizzate sotto la tonaca mucosa faringea e lassità del palato molle, deficit anatomici che ostruiscono le prime vie aeree, specialmente di notte, con un effetto simile al soffocamento. Si può intuire, da queste premesse, la portata della notizia lanciata oggi secondo la quale la somministrazione di tirzepatide, terapia frutto della ricerca su diabete e apparato cardiovascolare, ha ridotto la gravità dell'apnea ostruttiva del sonno, con una percentuale fino al 51,5% dei partecipanti che hanno soddisfatto i criteri per la risoluzione della malattia. Tirzepatide è un farmaco più che promettente nel trattamento dell’obesità. Dal punto di vista del farmacologo, la molecola è un doppio agonista per i recettori del Glucagon-Like Peptide 1 (GLP-1) e del Glucose-dependent Insulinotropic Polypeptide (GIP). In uno studio clinico (SURMOUNT-1) la somministrazione ha dimostrato di ridurre significativamente il peso corporeo nei pazienti obesi. Oltre al controllo del peso, questa terapia è stata valutata anche per il trattamento delle apnee ostruttive del sonno. Nel trial di Fase III SURMOUNT-OSA, un ciclo di 52 settimane ha ridimensionato le conseguenze dell’apnea notturna rispetto al placebo. I risultati mostrano un importante passo avanti nel trattamento di una patologia respiratoria, imparentata con l’obesità, e lasciano intravedere un possibile impiego prima della chirurgia bariatrica, in casi selezionati. Entrano in campo varie specialità tra loro variamente interfacciate: geriatria, diabetologia, endocrinologia, cardiologia, otorinolaringoiatria, neurologia, pneumologia, farmacologia clinica, chirurgia generale. Ma cosa dice il medico di famiglia? Sarà in grado di recepire l'innovazione con tutte le opportunità che questa, da subito, comporta?

 

Testimonianze

“Negli studi, i pazienti con apnea ostruttiva del sonno e obesità trattati con tirzepatide hanno mostrato circa 30 eventi in meno ogni ora di sonno e quasi la metà ha raggiunto la risoluzione della malattia”, ha scritto Atul Malhotra, professore all' Università di California, sede di San Diego, dove dirige la Medicina del Sonno. "L'OSA (acronimo di obstructive sleep apnea, ndr) può avere ricadute dirompenti nella vita di una persona, specie se trascurata, perché può portare a gravi complicanze cardiometaboliche. Questi dati supportano l'efficacia di tirzepatide negli adulti che vanno incontro alle apnee ostruttive, nelle forme da moderata a grave, con obesità, dunque queste terapie hanno il potenziale per aggiungersi alla nostra cassetta degli attrezzi”. Le apnee ostruttive notturne hanno un impatto sulla progressione di gravi complicanze cardiometaboliche, tra cui ipertensione, malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e diabete di tipo 2. Dal punto di vista tecnico gli studi riportano che i partecipanti trattati con tirzepatide hanno sperimentato miglioramenti significativi in tutti i principali traguardi, anche gli endpoint secondari, tra cui la pressione arteriosa sistolica, il carico ipossico e la proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP), un marcatore di infiammazione. “Attualmente mancano opzioni di trattamento farmacologico per affrontare la causa alla base dell'OSA, una malattia complessa che grava pesantemente sulla vita quotidiana delle persone”, ha affermato Jeff Emmick, professore di medicina di chiara fama, vicepresidente senior, sviluppo prodotti, della Lilly. “I risultati di SURMOUNT-OSA hanno mostrato che una percentuale significativa di pazienti con OSA da moderata a grave e obesità trattati con tirzepatide ha raggiunto la risoluzione della malattia sulla base di misurazioni di AHI ed ESS predeterminate. Arrivati a quel punto la cPAP (continuous positive airway pressure, compressore e maschera che erogano un flusso costante di aria, mantenendo aperte le vie aeree superiori e limitando il numero di apnee, ndr) potrebbe anche non essere raccomandata”.

 

Dati tecnici

Il profilo di sicurezza complessivo di tirzepatide negli studi citati è stato simile a quello dei precedenti trial SURMOUNT e SURPASS. Gli eventi avversi più comunemente riportati nello studio SURMOUNT-OSA sono lievi risentimenti gastrointestinali (diarrea o nausea) nei pazienti trattati con tirzepatide rispetto al placebo, i numeri in particolare parlano di espisodi sporadici: diarrea (26,3% vs 12,5%), nausea (25,4% vs 10,0%) e vomito (17,5% vs 4,2%) nello studio SURMOUNT-OSA 1, e diarrea (21,8% vs 8,8%), nausea (21,8% vs 5,3%) e costipazione (15,1% vs 4,4%) nello studio SURMOUNT-OSA 2. Per ulteriori ragguagli è sempre necessario confrontarsi con il proprio medico curante. Negli studi, tirzepatide ha raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari sia per le stime di efficaci sia per quelle del regime di trattamento, e ha indicato una riduzione media fino al 62,8% dell'indice di apnea (AHI), ovvero circa 30 eventi in meno di riduzione o interruzione del flusso d'aria di una persona per ora di sonno, rispetto al placebo. I risultati completi sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM) e presentati nel corso dell'ultima sessione scientifica dell'American Diabetes Association. In un endpoint secondario, la stima di efficacia ha mostrato che il 43,0% (Studio 1) e il 51,5% (Studio 2) dei partecipanti trattati con tirzepatide alla dose più alta ha soddisfatto i criteri di risoluzione della malattia. In questo contesto, “risoluzione di malattia” vuol dire raggiungere un AHI inferiore a 5 eventi all'ora, oppure un AHI compreso tra 5 e 14 eventi all'ora e un punteggio Epworth Sleepiness Scale (ESS) inferiore a dieci nella scala standard progettata per valutare la sonnolenza diurna.

 

Commento

Fin qui la scheda tecnica. In parole povere, diciamo noi, si evince che nelle condizioni di sovrappeso e obesità, quando subentrano roncopatie, russamento, e vere e proprie sospensioni del respiro, complici le anomalie nell'anatomia del tratto cervicale e l'invecchiamento dei tessuti del collo e del cavo orale, una terapia che aiuta a perdere il dieci o quindici per cento del peso corporeo mentre nel contempo aggiunge un fattore di protezione all'apparato cardiovascolare, è un toccasana anche su altri versanti. Appare chiaro che riducendo gli episodi di apnea si possono evitare pericolose ripercussioni sul sistema cardiorespiratorio, criticità che alla lunga sono complici di patologie delle arterie e del cuore. Al tempo stesso la terapia farmacologica, aggiungiamo noi, dovrebbe alleviare in termini sostanziali manifestazioni quali insonnia, risvegli notturni, sonnolenza diurna. Vedremo presto se queste considerazioni valgono anche in caso di narcolessia. Lilly, si legge in un comunicato diramato oggi, ha sottomesso tirzepatide per il trattamento delle OSA da moderata a grave e obesità alla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, e avvierà le richieste per altre agenzie regolatorie nel mondo nelle prossime settimane. Ad aprile l'industria americana aveva già annunciato che il farmaco contribuiva a ridurre numericamente gli episodi di sospensione del respiro nei pazienti con apnea ostruttiva del sonno. I risultati, presentati al meeting dell'American Diabetes Association a Orlando, in Florida, hanno mostrato che tirzepatide ha aiutato a risolvere l'apnea notturna nel 43% dei pazienti che assumevano il farmaco da solo, e nel 51,5% di quelli che la utilizzavano in combinazione con la cPAP.  Gli studi hanno dunque dimostrato che tirzepatide può essere efficace anche nel migliorare la qualità del sonno e ridurre le interruzioni respiratorie durante la notte nei pazienti con OSA. Questo rappresenta un importante passo avanti nel trattamento delle apnee notturne, offrendo una nuova opzione terapeutica che affronta sia le complicanze respiratorie sia quelle metaboliche.

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