Anziani, cresce (poco) l’assistenza domiciliare. Indagine Italia Longeva sulla long-term care
Nei prossimi anni, il numero di anziani soli a rischio isolamento aumenterà considerevolmente in Italia, con una stima di circa 6 milioni di ultrasessantacinquenni che potrebbero trovarsi in condizioni di estrema difficoltà. Una delle principali cause di perdita di autonomia nella vecchiaia è il deterioramento mentale, comprendendo sia le forme neurologiche tipo Alzheimer, sia le demenze legate a patologie neuropsichiatriche e ai problemi cerebrovascolari (ictus, trombosi, embolie, arteriosclerosi, atrofia corticale) di origine cardiovascolare. Si consideri che il 64% delle persone con demenza sono, loro malgrado, fuori dalla rete rappresentata dalle strutture sociosanitarie, e il peso dell'assistenza ricade quasi interamente sulle spalle dei nuclei familiari. Questa mancanza di supporto può portare a situazioni di emergenza, con un aumento degli accessi al pronto soccorso e dei ricoveri inappropriati. Tali considerazioni emergono dall'indagine condotta da Italia Longeva, che analizzando i dati del sistema informativo del Ministero della Salute, mette in luce le attuali carenze dell'assistenza territoriale. È chiaro a tutti che sono necessari interventi urgenti in geriatria e gerontologia per garantire una adeguata assistenza agli anziani fragili, occorre potenziare i servizi di assistenza domiciliare, per evitare che le persone anziane si trovino in condizioni di isolamento e per garantire loro una migliore qualità di vita. Inoltre, è importante sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di prendersi cura degli anziani e di offrire loro supporto e solidarietà.
L’indagine di Italia Longeva, condotta a partire dai dati del sistema informativo del ministero, fotografa l’andamento della long-term care, cioè dell’assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in risposta ai diversi livelli di intensità dei loro bisogni. Alla presentazione sono intervenuti: Roberto Bernabei, specialista in geriatria, presidente Italia Longeva; Americo Cicchetti, direttore generale Programmazione Sanitaria, Ministero della Salute; Roberta Crialesi, dirigente Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza, Istat; Domenico Mantoan, direttore generale, Agenas; Francesco Saverio Mennini, Capo Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale, Ministero della Salute; Robert Giovanni Nisticò, presidente, Aifa; Francesco Vaia, direttore generale Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute.
Secondo le previsioni, l’Italia si prepara ad accogliere un milione di ultranovantenni nei prossimi tre anni. Questo dato mette in luce l’importanza dell’assistenza agli anziani fragili, soprattutto considerando che tra vent’anni la popolazione anziana sfiorerà i 19 milioni, e un terzo di questi saranno over-65 soli e a rischio di isolamento. L’assistenza domiciliare agli anziani è una necessità enorme, nonostante il trend di crescita degli over-65 che beneficiano di cure a casa. Nel 2014, solo il 1,95% del totale degli anziani (252.000 persone) riceveva assistenza domiciliare. Nel 2023, questo numero è quasi raddoppiato, arrivando a quasi 550.000 (3,89%). Tuttavia, i dati forniti dalle Regioni al Ministero della Salute indicano che nell’ultimo anno sono stati assistiti a domicilio oltre 80.000 anziani in più rispetto al 2022. Questo è un dato positivo, ma sembra non trovare riscontro nel mondo reale. Inoltre, c’è un ulteriore 2,88% di ultra 65enni (404.235 persone) che ha ricevuto cure residenziali (RSA) nell’ultimo anno. Questo sottolinea l’importanza di garantire un’assistenza adeguata sia a domicilio che nelle strutture residenziali per gli anziani fragili. Italia Longeva, associazione per l'invecchiamento e la longevità attiva, si sta adoperando con il suo presidente, Roberto Bernabei, per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere le istituzioni a investire maggiormente nella assistenza agli anziani. La scommessa è questa, ed è fondamentale per garantire una vecchiaia dignitosa, al fine di supportare tutti quei contribuenti che, mediante il lavoro e il volontariato, hanno sostenuto la crescita della nostra società per così tanto tempo.