Giovani e salute, superare disparità e differenze di genere
Le nuove generazioni guardano con un mix di fiducia e preoccupazione al futuro del sistema sanitario in Italia. Lo si desume da una indagine promossa da Novartis, in collaborazione col Consiglio Nazionale dei Giovani, che ha analizzato le opinioni di un campione di individui di ambo i sessi, sotto i 35 anni, evidenziando che quasi la metà di loro ha fiducia nel buon funzionamento del settore salute, ma per il 70% le differenze socio economiche rappresentano un ostacolo all'accesso alle diverse forme di assistenza. Sintetizziamo qui, per parole chiave, i risultati della ricerca, intitolata “Giovani e sanità: il futuro che vogliamo”.
- Fiducia. Il 41% dei giovani italiani tra 18 e 30 anni crede che, in caso di malattia o necessità mediche, il Servizio sanitario nazionale, SSN, possa offrire loro le migliori cure disponibili e le più avanzate innovazioni scientifiche. Tuttavia, 7 giovani su 10 ritengono che le differenze socioeconomiche siano un ostacolo all’accesso equo e alla qualità della sanità.
- Disparità. I giovani italiani pongono l’attenzione sul superamento delle disuguaglianze, in particolare quelle socioeconomiche. Differenze geografiche, etniche, intergenerazionali e di genere sono anch’esse considerate importanti. Le differenze socioeconomiche sono una grande priorità per i giovani, mentre gli over 30 attribuiscono maggiore importanza alle differenze di genere.
- Priorità. Secondo i giovani tra 18 e 29 anni, le priorità per affrontare le sfide sanitarie del futuro sono gli investimenti in ricerca scientifica (26,8%) e maggiori risorse economiche (19,1%). Gli over 30, invece, pongono al primo posto la necessità di nuove assunzioni di medici e infermieri..
Coinvolgere le nuove generazioni nella elaborazione di politiche sanitarie che guardano al futuro è un passaggio decisivo. Investimenti mirati e un dialogo aperto possono contribuire a garantire i progressi della medicina.
“I giovani – ha dichiarato all'Ansa il direttore AstraRicerche, Cosimo Finzi – si mostrano più sensibili delle generazioni precedenti per quanto riguarda le possibili disuguaglianze nelle differenze etniche e di genere. Ad esempio, se interrogati sulla accessibilità, il 37,6% dei giovani under 30 ritiene che i servizi del SSN siano fisicamente vicini ai cittadini. La maggioranza degli over 30 si esprime invece in termini meno positivi, con solo il 30,3% che dà una valutazione positiva e ben il 34,5% che ritiene i servizi poco o per niente accessibili”.
Riguardo la prevenzione, quasi 8 giovani su 10 si dichiarano inoltre consapevoli della sua importanza (76,8%) e quasi 6 su 10 dichiarano di sottoporsi a visite ed esami a scopo preventivo ogni uno o due anni (58,2%). La prevenzione oncologica è al primo posto per rilevanza attribuita (74,7%), ma i giovani danno più importanza rispetto alle generazioni precedenti alla prevenzione per la salute mentale (45,9% vs 30,3%) e delle malattie infettive (43,3% vs 28,8%). Tumori e salute mentale dunque sono avvertite come esigenze alle quali dare risposte terapeutiche efficaci, e vengono prima di una eventuale nuova pandemia. Inoltre secondo i giovani intervistati, la priorità da affrontare sono nondimeno gli investimenti in ricerca scientifica (26,8%), maggiori risorse economiche da destinare all'assistenza (19,1%) e 8 su 10 ritengono importanti forme di collaborazione allargata per costruire la sanità del futuro. “Siamo convinti che, per migliorare concretamente la vita delle persone, l’innovazione debba essere sostenuta da un impegno collettivo, volto a garantire un accesso equo e tempestivo alla cura, affinché l’innovazione sia effettivamente disponibile per chi ne ha bisogno. Per questo – ha commentato Valentino Confalone, Country President Novartis Italia – lavoriamo al fianco delle istituzioni, della comunità medica e dei pazienti, su diversi fronti di azione, per favorire l’evoluzione della sanità verso nuovi modelli in grado di affrontare le sfide che ci attendono. A questo si aggiunge l’ascolto e il dialogo aperto con le nuove generazioni che rappresentano un punto di partenza fondamentale per reimmaginare il futuro della sanità”.