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Tirzepatide, la terapia anti-obesità che fa bene al cuore

Riflettori puntati su Tirzepatide, farmaco innovativo sviluppato da Eli Lilly per il trattamento del diabete di tipo 2. Recentemente questa molecola è salita agli onori della cronaca anche per i suoi effetti positivi sulla perdita di peso e sulla gestione di alcune forme di insufficienza cardiaca.

In Italia, come nel resto del mondo, il diabete e l’obesità sono problemi di salute pubblica significativi. La possibilità di avere un farmaco che non solo controlla efficacemente il diabete, ma aiuta anche nella perdita di peso e migliora i sintomi dell’insufficienza cardiaca, è vista come una svolta importante. Inoltre, tirzepatide è in fase di sperimentazione in diversi centri italiani. La terapia è stata valutata in uno studio clinico di fase III, chiamato SUMMIT, su adulti che soffrono di insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF) e obesità. I risultati potrebbero segnare una svolta importante per chi soffre di queste condizioni.

 

Perché tante aspettative riguardanti tirzepatide?

  • Efficacia nel trattamento del diabete: Tirzepatide aiuta a controllare i livelli di zucchero nel sangue in modo molto efficace. Questo è cruciale per i pazienti con diabete di tipo 2, una condizione che può portare a gravi complicazioni se non gestita correttamente.
  • Calo di peso: Uno degli aspetti più interessanti di tirzepatide è la sua capacità di promuovere una significativa perdita di peso. Gli studi hanno mostrato che i pazienti che assumono tirzepatide possono perdere fino al 15% del loro peso corporeo, un risultato molto superiore rispetto a molti altri trattamenti disponibili.
  • Benefici per l’insufficienza cardiaca: Recentemente, tirzepatide ha dimostrato di migliorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca e di ridurre il rischio di peggioramento della condizione. Questo è particolarmente rilevante per i pazienti con HFpEF, una forma di insufficienza cardiaca per la quale le opzioni terapeutiche sono limitate.

 

Cosa ha dimostrato lo studio Summit?

Lo studio Summit di Fase III ha mostrato che la terapia con tirzepatide, somministrata in tre diverse posologie (5 mg, 10 mg e 15 mg), ha portato a miglioramenti significativi nei pazienti rispetto a un placebo (una sostanza senza effetto terapeutico, impiegata come termine di paragone). In particolare, in cardiologia, il farmaco ha ridotto il rischio di peggioramento dell’insufficienza cardiaca e ha migliorato i sintomi e le limitazioni fisiche dei pazienti. Questo è stato misurato attraverso un questionario specifico per la cardiomiopatia, che valuta la qualità della vita dei pazienti con problemi cardiaci.

 

Altri benefici importanti

Oltre a migliorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca, tirzepatide ha raggiunto altri obiettivi importanti. Ha migliorato la capacità di esercizio dei pazienti, misurata attraverso un test di camminata di sei minuti. Inoltre, ha ridotto i livelli di una proteina infiammatoria nel sangue, chiamata proteina C-reattiva ad alta sensibilità, e ha portato a una significativa perdita di peso. In media, i pazienti che hanno assunto tirzepatide hanno perso circa il 15% del loro peso corporeo, rispetto a solo il 2% di quelli che hanno ricevuto il placebo. Questi risultati sono particolarmente rilevanti perché l’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata è una condizione difficile da trattare e spesso le opzioni terapeutiche sono limitate. Inoltre, l’obesità è un fattore di rischio significativo per molte malattie, tra cui le affezioni cardiovascolari. Un farmaco che può migliorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca, ridurre l’infiammazione e promuovere la perdita di peso potrebbe avere un impatto enorme sulla qualità della vita dei pazienti.

 

Prossimi passi

La cardiologia attende con interesse ulteriori dettagli e l’eventuale approvazione regolatoria di tirzepatide. Se approvato, questo farmaco potrebbe offrire un motivo di speranza a quanti lottano contro l’insufficienza cardiaca e l’obesità. Anche se il percorso verso l’approvazione e l’adozione clinica è ancora lungo, i risultati finora ottenuti sono lampanti. I risultati dello studio SUMMIT sono un importante passo avanti nella ricerca clinica e potrebbero avere un impatto significativo sulla gestione dell’insufficienza cardiaca e dell’obesità. Tirzepatide ha dimostrato di essere efficace nel migliorare i sintomi cardiaci, aumentare la capacità di esercizio, ridurre l’infiammazione e promuovere la perdita di peso. Questi benefici combinati potrebbero tradursi in una migliore qualità della vita per i pazienti e una riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. La comunità medica e i pazienti attendono con ansia ulteriori sviluppi e l’eventuale approvazione di questo promettente trattamento.

 

Testimonianze

“La forma cosiddetta HFpEF rappresenta quasi la metà di tutti i casi di insufficienza cardiaca e negli Stati Uniti quasi il 60% delle persone colpite vive anche con l'obesità. Nonostante il continuo aumento del numero di persone affette sia da HFpEF che da obesità, le opzioni di trattamento rimangono limitate”, ha dichiarato Jeff Emmick, MD, Ph.D., senior vice president, product development, Lilly. “Precedenti studi sulle incretine in questa popolazione si sono concentrati sui sintomi e sulle limitazioni fisiche. In uno studio unico nel suo genere, tirzepatide ha ridotto la gravità dei sintomi e migliorato gli esiti dell'insufficienza cardiaca nelle persone con HFpEF e obesità”.

Nell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata il ventricolo sinistro del cuore perde elasticità, fatica a pompare e a svolgere correttamente le altre sue funzioni vitali. Questa patologia è associata a un elevato carico di limitazioni fisiche che influiscono sulla vita quotidiana, tra cui affaticamento, dispnea, edema e ridotta capacità a sostenere attività fisiche.

Tirzepatide è un agonista dei recettori GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente) e GLP-1 (peptide glucagone-simile-1) da assumere una volta alla settimana. Dunque parliamo di una singola molecola che attiva i recettori dell'organismo sia per GIP sia per GLP-1, che sono ormoni incretinici naturali. Entrambi i recettori GIP e GLP-1 si trovano in aree del cervello che entrano in ballo nella regolazione dell'appetito. È stato dimostrato che tirzepatide riduce l'assunzione di cibo e modula l'utilizzo dei grassi. Sono in corso anche studi su tirzepatide nella malattia renale cronica (CKD) e nella morbilità/mortalità nell'obesità (MMO). All'inizio di quest'anno, Lilly ha presentato i dati relativi a tirzepatide nell'apnea ostruttiva del sonno (OSA) da moderata a grave e nell’obesità alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e ad altre agenzie regolatorie mondiali

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