Mal di schiena, emergenza sociale. L’impegno dei fisioterapisti
Il mal di schiena colpisce milioni di italiani. Secondo le previsioni, questa patologia è destinata a scalare la classifica delle cause di disabilità, superando persino malattie invalidanti come l’Alzheimer. Una tendenza che richiede interventi mirati, programmazione senza improvvisazioni, e strategie preventive.
Attualmente, in Italia si stima che almeno 8,6 milioni di persone siano affette da difficoltà motorie, delle quali 3,4 milioni con problematiche gravi. Le statistiche dell'Istat rivelano che 5,5 milioni di cittadini si rivolgono regolarmente a un fisioterapista, segnale di una crescente richiesta di cure riabilitative. Si stima, inoltre, che il 40% della popolazione europea e il 47% di quella italiana necessiti di un intervento riabilitativo, la maggior parte dei quali di natura fisioterapica. Si parla di circa 27 milioni di italiani in cerca di soluzioni e supporto. Per questo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti (Fnofi), in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia celebrata l’8 settembre, ha annunciato una campagna che qui rilanciamo.
Nonostante l’incremento di casi, si segnala che circa 4,5 milioni di italiani trascurano questo inconveniente. Oltre a questi, ci sono tanti altri che, pur necessitando di interventi fisioterapici e riabilitativi, rinunciano a sottoporti ai cicli di sedute per diverse ragioni, tra cui motivazioni economiche, mancanza di informazioni o timore di affrontare un percorso di cure.
Di fronte a un panorama così complesso, è fondamentale che le istituzioni e il sistema sanitario nazionale pongano in atto azioni concrete per sensibilizzare la popolazione sui rischi associati al mal di schiena e sulle opportunità di recupero e riabilitazione. Solo attraverso un'adeguata informazione e disponibilità di servizi, sarà possibile invertire la rotta di un problema di salute pubblica che, se non affrontato con serietà, potrebbe compromettere la qualità della vita di milioni di individui.
La sfida è quindi duplice: da un lato, promuovere la prevenzione e il trattamento del mal di schiena, dall’altro, garantire che le cure siano accessibili a tutti. Solo così potremo affrontare il mal di schiena non come un fenomeno ineluttabile, ma come una condizione che può essere gestita e curata efficacemente.
"Come Federazione siamo impegnati a intervenire su un quadro, appunto il mal di schiena, che per sua natura ha generalmente un esito favorevole, al fine di migliorare l’accessibilità alle cure per i cittadini, a far sì che il fattore economico non sia una barriera per affrontarlo nel migliore dei modi, rendendo in questo modo il sistema salute più sostenibile, favorendo anche l’apporto di valore che i liberi professionisti fisioterapisti possono dare al Servizio sanitario nazionale", ha concluso il presidente della Fnofi, Piero Ferrante, in occasione di una recente conferenza stampa.
Anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono arrivati segnali importanti nei riguardi del trattamento della lombalgia, quali la recente pubblicazione di nuove linee guida per gli interventi non chirurgici sul low back pain cronico, il mal di schiena, sia negli adulti che nelle persone più avanti con l’età.
L’Italia è uno dei paesi con una prevalenza marcata del low back pain, il mal di schiena, nelle fasce di età più adulte, al pari di Stati Uniti, Australia, Russia, Iran e quasi tutta l’Europa, come si evince dalla mappa dell’OMS (immagine qui di seguito), che suddivide gli interventi necessari in cinque classi: l’educazione, ovvero l’apprendimento e la consapevolezza da parte del paziente; le terapie fisiche (gli esercizi), le terapie psicologiche, le terapie con multi-componenti e l’impiego di farmaci.
Al tempo stesso, le linee guida raccomandano anche le azioni da non fare o da fare con cautela nell’ambito di interventi di cure routinarie: trazioni, ultrasuoni, la stimolazione elettrica transcutanea nervosa (TENs); l’utilizzo di medicinali analgesici a base di oppioidi, antidepressivi, anticonvulsivi; la perdita di peso farmacologica.