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Da Quore a Cuore, gli errori da evitare per prevenire l’infarto

Le affezioni dell'apparato cardiocircolatorio sono una delle principali cause di malattia, in Italia. Molti di questi inconvenienti si possono prevenire. È con questo obiettivo che nasce la campagna “Da Quore a Cuore” di Novartis, presentata in conferenza stampa al Policlinico di Milano, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci e della Fondazione Italiana per il Cuore. In vista della Giornata Mondiale del Cuore, che si celebra il 29 settembre, la campagna si rivolge a due gruppi specifici: quelli che hanno un elevato rischio di incorrere in un evento acuto, come infarto o ictus, e quanti fanno fatica a seguire correttamente il percorso di cura indicato. Tra i primi rientrano quanti sono sopravvissuti a un infarto, a un ictus, quanti soffrono di diabete o hanno familiarità con queste patologie. A tutti, la campagna propone controlli gratuiti del colesterolo e consulenze cardiologiche presso il Centro Ipertensione del Policlinico di Milano, prima tappa di un tour che toccherà altre regioni italiane. “L’iniziativa, attraverso la prevenzione secondaria, incoraggia a rispettare scadenze per verifiche periodiche sui valori di monitoraggio di pressione, glicemia e soprattutto colesterolo LDL. Abbassarne i livelli è essenziale per ridurre il rischio di recidive,” spiega Alberico Catapano, presidente della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi. “Inoltre, i controlli costanti permettono di adattare le terapie con tempestività, e limitare i danni all'organismo”. A fare da testimonial della campagna è Antonio Rossi, campione olimpionico di canoa, che ha superato un attacco di cuore e ha imparato a gestire correttamente i fattori di rischio. “Da oltre 40 anni,” conclude Paola Coco, responsabile medical affairs di Novartis Italia, “continuiamo a mettere la scienza e le tecnologie più avanzate al servizio della salute.” La campagna “Da Quore a Cuore” rappresenta un passo importante nella lotta contro le malattie cardiovascolari, promuovendo la prevenzione e l’educazione sanitaria per salvare vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

Colesterolo cattivo, si può abbassare fino al 60%

Le persone che hanno già avuto un infarto o un ictus sono considerate degli "osservati speciali" in quanto, secondo le statistiche, hanno una discreta probabilità di ricadute, ovvero di andare incontro a un secondo attacco. Nonostante le terapie mirate oggi disponibili, ben otto pazienti a rischio su dieci falliscono l'obiettivo di abbassare i livelli di colesterolo LDL nel sangue, portandoli ai livelli raccomandati. Il colesterolo LDL, noto anche come colesterolo cattivo, è il principale fattore modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare. “L’esposizione prolungata a livelli elevati di LDL - spiega il professor Alberico Catapano - contribuisce alla formazione della placca ateromasica nelle arterie, aumentando così il rischio di infarto e ictus”. Le Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia e della Società Europea di Aterosclerosi raccomandano valori di colesterolo LDL inferiori a 55 mg/dL per le persone ad altissimo rischio e sotto i 70 mg/dL per quelle ad alto rischio. Tuttavia, raggiungere questi obiettivi rimane una sfida significativa. L’armamentario terapeutico si è arricchito di nuove molecole che inibiscono la produzione dell’RNA messaggero che codifica per la proteina PCSK9. Questa proteina, una volta inibita, può ridurre i livelli di colesterolo LDL fino al 60%. Nonostante ciò, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dell’LDL è ancora difficile, con otto pazienti ad alto rischio su dieci che non riescono a raggiungere i livelli raccomandati. È fondamentale che i pazienti non interrompano le terapie senza il consenso del medico, poiché una gestione clinica corretta è essenziale per ridurre il rischio di recidive e migliorare la qualità della vita.

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