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Ricerca scientifica, Forum Incyte: costruire il futuro coltivando talenti in Italia

Nella galleria dello Spazio Vittoria Colonna di Roma si è tenuta la seconda edizione del Forum Incyte sulla Ricerca, appuntamento che ha riunito opinion leader, ricercatori, e rappresentanti di istituzioni accademiche e del Terzo Settore per discutere del futuro della medicina, della farmaceutica e della scienza. In un contesto globale caratterizzato da sfide crescenti e opportunità emergenti, la valorizzazione del capitale umano ed economico è un booster per il progresso della ricerca in Italia. Come sottolineato nel report di Mario Draghi sulla competitività, l'Unione Europea parte svantaggiata, sconta un divario in termini di innovazione rispetto a Stati Uniti e Cina. La ricerca dovrebbe essere vista come un asset essenziale, un volano potenziale per colmare questo gap. In questo quadro, il comparto delle Life Sciences emerge con forza. Solo nel 2023, il settore farmaceutico e biotech ha investito in Italia ben 2 miliardi di euro, segnando una crescita del 21% negli ultimi cinque anni. Partendo da questi dati l'Italia, come ha sottolineato in apertura il moderatore dell'evento, Andrea Pancani, ha la possibilità di giocare un ruolo da protagonista nel contesto internazionale. La strategia italiana dovrebbe, quindi, ambire a trasformare il Paese in un polo di attrazione per investimenti dall'estero, combinando incentivi per la ricerca e sviluppo con semplificazioni burocratiche e certezza delle regole. Qui emerge la necessità di una riflessione profonda sull'importanza di individuare e motivare i giovani talenti, come ha affermato Chiara Ambrogio, professore ordinario di biologia molecolare all'Università di Torino, che ha ripercorso le tappe della sua carriera, spesa in buona parte all'estero durante gli anni della formazione, e che ha parlato apertamente di "cervelli in movimento", alludendo alla libera circolazione dei ricercatori in termini salutari. Un concetto virtuoso, quello della mobilità e dello scambio di conoscenze, che si contrappone al famigerato ritornello del passato, la "fuga dei cervelli", quasi un epiteto che allude in termini negativi a un depauperamento del capitale umano subito da una nazione. “La ricerca scientifica è motore di innovazione e i protagonisti di questa attività sono proprio i giovani”, ha precisato la professoressa Ambrogio, che è group leader del Centro di Biotecnologie Molecolari (MBC) di Torino, guida il laboratorio di oncologia molecolare, ed è componente del comitato di selezione della Armenise Harvard Foundation. “Creare percorsi di formazione innovativi e infrastrutture di ricerca capaci di attrarre e trattenere i ricercatori - ha aggiunto - è diventato un compito prioritario per le istituzioni, al fine di garantire la competitività della comunità scientifica italiana”, che in termini di numero di brevetti registrati, ad esempio, deve risalire la china, piuttosto che avvicinarsi ai fanalini di coda.

 

Università e aziende

L'idea di un'alleanza tra università e aziende, sostiene Andrea Rossi, rappresenta un'altra chiave di successo. “Un obiettivo strategico fondamentale dell’Università Campus Biomedico di Roma (di cui Rossi è amministratore delegato e direttore generale, ndr) è garantire una formazione globale eccellente, sia etica che tecnica, all’altezza dei tempi e delle attese del mercato. La strategia vincente è integrare i percorsi formativi con partnership di imprese d’avanguardia, nazionali ed internazionali, e il protocollo d’intesa siglato con Incyte Italia per valorizzare il talento dei laureati in materie STEM è un tassello importante in questo percorso”. Tra i settori chiave in materia di innovazione e ricerca le Scienze della vita, con il biotech in testa, giocano un ruolo da protagonista, primo comparto al mondo per investimenti in R&S, in valore assoluto e in percentuale sul fatturato. Fabrizio Greco, presidente Assobiotec, ha ricordato da parte sua che la pipeline della farmaceutica è al massimo storico, parliamo di qualcosa come 20 mila farmaci in sviluppo nel mondo, e il 45% di questa pipeline è di origine biotech. "Le biotecnologie svolgono un ruolo chiave nell’affrontare le sfide geopolitiche attuali e future, anche in termini di salute pubblica. Ad oggi, però, l’Unione Europea sta perdendo competitività, soprattutto nella ricerca e sviluppo, dove nel 2023 gli USA hanno investito il 52% del totale globale, mentre l’Europa solo il 16%. Se guardiamo poi all’Italia - ha avvertito Greco - la fotografia è di un Paese leader nella produzione farmaceutica, con il 18% del totale europeo, ma con solo il 6% degli investimenti continentali in R&S. Per rimanere competitivi in questo settore, il nostro Paese deve quindi diventare più attrattivo per gli investimenti esteri, combinando incentivi per la R&S a semplificazione, stabilità e certezza delle regole”. La scommessa dunque è chiara: costruire una strategia integrata di supporto alla R&D per attirare capitali, e che favorisca la crescita di una comunità scientifica forte e dinamica in grado di affrontare le crescenti sfide globali. È tempo che l'Italia si faccia trovare pronta: il momento di investire nel capitale umano e nell'innovazione è adesso.

Innovazione

Durante l'incontro, Carlo Riccini, vicedirettore generale di Farmindustria, ha parlato espressamente di una leva strategica non solo per la salute e la sicurezza pubblica, ma anche per la crescita e la creazione di occupazione di qualità in Italia. "Negli ultimi dieci anni, gli investimenti in Open Innovation da parte dell'industria farmaceutica sono cresciuti del 75% grazie a partnership con università e centri di ricerca pubblici," ha dichiarato Riccini, che ha evidenziato la necessità di politiche europee più robuste che incentivino gli investimenti nel settore e garantiscano regole competitive sulla proprietà intellettuale. Una ricerca condotta da YouTrend, presentata durante il Forum, rivela una crescente disinformazione riguardo il settore biotech. Nonostante la maggioranza degli intervistati (800 giovani tra i 18 e i 35 anni) avesse familiarità con il termine biotecnologie, il 74% non ne comprende appieno il valore nel contesto delle Life Sciences. Aggiunto a ciò, l’80% dei partecipanti ignora  il fatto che una quota significativa di investimenti delle aziende biotech viene profusa proprio nella ricerca. L’industria farmaceutica in Italia concorre a formare grosso modo il 2% del PIL nazionale, e questo dato va ben oltre il mero computo economico. Ne è un chiaro esempio l'apporto che gli studi clinici e le collaborazioni pubblico-private forniscono, incrementando competenze e migliorando l'accesso a reti internazionali di ricerca. Pablo Cagnoni, M.D., President e Head of Research & Development di Incyte, ha evidenziato nel suo intervento l'importanza della ricerca come fondamento dell'azienda: "Quasi la metà della nostra popolazione aziendale a livello globale è impegnata in R&D," ha affermato, sottolineando come l'Europa sia un’area chiave per le loro operazioni. Cagnoni ha parlato dell'impegno di Incyte nella ricerca di opzioni terapeutiche per pazienti in condizioni di elevato unmet need, rimarcando come ciò richieda investimenti e partnership strategiche in un ecosistema in continua evoluzione. Onofrio Mastandrea, Regional Vice President e General Manager di Incyte Italia, ha aggiunto che l'Italia gioca un ruolo cruciale in questo senso, avendo condotto 63 studi clinici dal 2016, di cui un quarto in Fase I. Ha annunciato l'intenzione di rendere il Forum un appuntamento annuale per promuovere un dialogo continuo su come attrarre maggiori investimenti e talenti, essenziali per il futuro della ricerca nel Paese.

Alla seconda edizione del Forum Incyte sulla Ricerca hanno inoltre partecipato: Luca de Angelis, Direttore Generale per le nuove tecnologie abilitanti del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Carnelos, Consigliere d’Ambasciata e Capo Ufficio Innovazione Tecnologica e Startup, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marta Schifone, deputata di Fratelli d’Italia, membro XII Commissione Affari Sociali e capogruppo in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, promotrice della prima legge nazionale istitutiva della settimana STEM, Paolo Bonaretti, membro del Direttivo di EneaTech & Biomedical, Maria Cristina Pisani, Presidente Consiglio Nazionale Giovani, Marco Scioli, Founder & Chairman Starting Finance e Giovanni Forti, Senior Analyst Quorum YouTrend.

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