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Farmaci equivalenti in Toscana: un ponte tra salute, sostenibilità e affidabilità

Si è tenuta in Toscana la seconda tappa della road map intitolata “Il ruolo sociale del farmaco equivalente – Call to action”. Una iniziativa che va oltre i numeri e le statistiche, mirando a riscoprire e valorizzare il ruolo fondamentale dei farmaci equivalenti come strumenti di cura accessibili, sostenibili e affidabili. È un momento di riflessione e di azione, un appello rivolto a tutti gli attori del sistema sanitario affinché si uniscano in un progetto comune di cultura della salute. La Toscana si colloca tra le regioni virtuose nell’utilizzo dei farmaci equivalenti, ma il quadro complessivo nello Stivale presenta luci e ombre. L’Italia, infatti, rientra ancora tra le nazioni europee con il più basso tasso di utilizzo di farmaci equivalenti, una realtà che si traduce in costi più elevati per il Sistema Sanitario Nazionale. La Toscana, sia pure ai primi posti della classifica nazionale, si confronta con gli stessi problemi di fondo.

“L’adozione dei farmaci equivalenti ha rappresentato e continua a rappresentare ovunque nel mondo uno strumento in grado di garantire la presenza sul mercato di valide soluzioni terapeutiche e, contestualmente, la possibilità di liberare risorse economiche da investire nell’ingresso dei nuovi medicinali salvavita: biologici, biotecnologici, terapie avanzate”, ha dichiarato Eleonora Pavone, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell’ASL Toscana Centro e Direttore Società di Governance Farmaceutica della stessa. La sua testimonianza è un inno alla responsabilità condivisa: “In questa ASL da anni ormai viene fatta capillare informazione ai medici di medicina generale al fine di incentivare l’utilizzo dei farmaci generici e di informare adeguatamente i pazienti sull'equivalenza della loro efficacia rispetto al brand”. Un dato che fa riflettere riguarda la spesa a carico delle famiglie: “Ogni anno in Toscana, i nostri assistiti spendono oltre 50 milioni di euro di tasca propria, di cui 19 milioni nel 2024 presso le ASL. Se si considerano le spese pro capite, ogni assistito spende circa 11,98 euro annui per garantirsi cure con farmaci di marca. È un costo che si potrebbe ridurre sensibilmente, se aumentasse la fiducia nei farmaci equivalenti”.

“Dal confronto della spesa pro capite tra i residenti in ASL Toscana Centro e quelli delle altre due Asl limitrofe emerge una differenza sostanziale, che evidenzia una maggiore fiducia dei nostri assistiti verso i farmaci generici”, spiega Pavone. “Evidentemente, l’informazione rivolta ai medici ha influenzato anche il paziente nell’accettare il farmaco equivalente”. Tuttavia, non basta: “Restano ostacoli culturali e sociali. Sono molte le componenti che influenzano la scelta dell’equivalente rispetto al farmaco di marca. Ma come rappresentanti del sistema sanitario dobbiamo continuare a contrastare quei fenomeni che ne rallentano lo sviluppo. È inaccettabile che i nostri assistiti credano ancora che per curarsi bene si debba pagare la differenza”.

Andrea Giacomelli, Presidente Federfarma Toscana, sottolinea con fermezza: “È fondamentale che tutti parlino lo stesso linguaggio e diffondano gli stessi messaggi. È necessario coinvolgere tutti gli operatori sanitari, offrendo loro informazioni indipendenti e autorevoli sui farmaci equivalenti. Le istituzioni devono supportare questo processo, promuovendo campagne di sensibilizzazione e iniziative di cultura sanitaria”. La collaborazione tra medici, farmacisti e istituzioni è la chiave per creare una rete di fiducia e conoscenza. E sul ruolo del farmacista, Giacomelli ricorda: “Il farmacista non può essere lasciato solo nell’opera di promozione dell’equivalente. Dal varo della legge n. 405/2001, le farmacie sono state attori fondamentali del sistema, contribuendo in modo rilevante alla diffusione della cultura del farmaco equivalente, nonostante le diffidenze e le polemiche strumentali sulla loro efficacia”.

Giuseppe Pace, Segretario FIMMG Pistoia, evidenzia l’importanza del ruolo del medico di famiglia: “Quando si parla di farmaci equivalenti, il supporto del medico di medicina generale è imprescindibile. È fondamentale che il professionista aiuti il paziente a fare scelte consapevoli, spiegando che il corretto uso delle risorse porta benefici a tutto il sistema sanitario e, di conseguenza, ai cittadini stessi”. La collaborazione tra medici, farmacisti e istituzioni diventa così un pilastro per diffondere una cultura di responsabilità condivisa.

Massimo Schirru, Vice Presidente di Cittadinanzattiva Toscana, porta la voce dei pazienti: “Il nostro impegno è quotidiano, attraverso sportelli di ascolto e materiali informativi, per fornire ai cittadini le corrette informazioni sui farmaci equivalenti. Tuttavia, resistono ancora resistenze, soprattutto tra le fasce di età più avanzate e tra coloro che sono abituati a determinati modelli di cura”. La campagna di Cittadinanzattiva quest’anno si concentra anche sulla trasparenza: “Abbiamo monitorato i servizi delle farmacie, obbligando a mettere in evidenza, sotto il nome commerciale, il principio attivo. È un passo importante verso una maggiore consapevolezza”.

Il percorso tracciato in Toscana, e più in generale in Italia, richiede un cambiamento culturale profondo, basato sulla trasparenza, sull’informazione corretta e sulla fiducia reciproca. La sfida è quella di far comprendere che i farmaci equivalenti rappresentano un’opportunità di cura valida, sicura e accessibile, capace di alleggerire il peso economico delle famiglie e di rafforzare il nostro Sistema Sanitario.

Come emerso dall'evento che si è tenuto a Pistoia, organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Teva, la strada è ancora lunga, ma i segnali di speranza sono evidenti. La Toscana si conferma come regione all'avanguardia in questa crescita culturale, un esempio di come la collaborazione tra istituzioni, operatori sanitari e cittadini possa portare a un sistema più equo, sostenibile e responsabile. Solo attraverso una rinnovata alleanza si potrà costruire un futuro in cui la salute sia un diritto garantito a tutti, senza compromessi e senza barriere culturali. In questo senso, il farmaco equivalente non è solo un medicinale: è un simbolo di fiducia, di sostenibilità e di scelte condivise.

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