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Gonorrea, antibiotici e prevenzione

Il caso di gonorrea più grave al mondo è stato risolto, l'uomo britannico di cui parla tutta la stampa anglosassone, infettato dal superbatterio mentre faceva sesso con una donna nel Sud-Est asiatico, è guarito. L'infezione resistente agli antibiotici di prima linea, azitromicina e ceftriaxone, è stata spazzata via grazie all'impiego di ertapenem, antibiotico ad ampio spettro attivo sulla carbapenemasi impiegato con successo in ospedale.

Un milione di nuove infezioni al giorno: è questa, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale, l’incidenza delle IST, le infezioni sessualmente trasmissibili (le principali sono HIV AIDS, Papilloma Virus, Epatiti virali, Sifilide, Uretriti e cerviciti da Chlamydia, Gonorrea, Herpes genitale). In Italia, la fascia d’età più a rischio è quella dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che spesso non sono informati sulla possibilità di contrarre queste infezioni. La raccomandazione numero uno, per prevenire conseguenze indesiderate, consiste nell'incoraggiare l'uso del preservativo nei rapporti fisici.

Sono più di 20 gli agenti patogeni tra batteri, virus, funghi e parassiti che possono rendere meno piacevole l’attività sessuale, rendendo ogni rapporto non protetto un rischio per la salute. Eppure assistiamo al riemergere di patologie che sembravano scomparse, in primis la sifilide che in Italia è cresciuta di oltre il 400% negli ultimi quindici anni, ma anche la gonorrea che ha visto quasi raddoppiare i casi in Europa tra il 2008 al 2013. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno l’impatto di quattro malattie tra le più diffuse produce 498 milioni di nuovi casi. Questo vuol dire che nel mondo oltre un milione e mezzo di persone ogni giorno è alle prese con un contagio.

In Italia secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi anni i casi di MST sono sempre aumentati, passando dai circa 3500 del 2006 ai circa 6500 del 2013. Un aumento registrato soprattutto tra gli italiani e i maschi. Oggi ad aumentare sono soprattutto malattie batteriche come le infezioni da Chlamydia trachomatis e la sifilide, ma anche quelle determinate da virus; come i condilomi acuminati dovuti ad alcuni tipi di HPV, e occasionalmente le epatiti da virus C, alias HCV.

L'emergenza contagi investe anche la sfera intima femminile. Nel periodo 1991-2015 in Italia i casi di infezioni sessualmente trasmesse diagnosticati nelle donne in età compresa tra i 26-40 anni sono stati più di 33mila, ha affermato Cristina Giraldi, segretario generale Amcli, Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani. In particolare l’infezione da Chlamydia trachomatis, nelle donne è considerata tra le infezioni batteriche sessualmente trasmesse la più diffusa, avendo superato numericamente le infezioni da Neisseria gonorrhoeae (gonorrea) e da Treponema pallidum (sifilide). La sua diffusibilità è legata al fatto che questa infezione determina nelle donne una sintomatologia lieve se non del tutto assente nel 70-80% dei casi. L’importanza di questa infezione è invece associata alle sue complicanze, infatti la conseguenza più severa è lo sviluppo di infertilità tubarica che, in caso di non adeguata diagnosi e trattamento con antibiotico, ha un’incidenza variabile tra lo 0.1-6% dei casi. La diagnosi di infezione attiva è eseguita in tutti i laboratori di Microbiologia mediante test di PCR, ricercando direttamente il genoma del batterio nei campioni di secrezioni genitali o di urina della donna.

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale

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