Obesità, le ultime ricerche per perdere peso senza soffrire
Come combattere l’obesità facendo leva sull’area del cervello che regola l’appetito? Un gruppo dell’Università di Aberdeen (Scozia) ha individuato uno specifico interruttore in grado di spegnere la fame, un gruppo di cellule, chiamate neuroni POMC, che producono l’ormone della sazietà quando sono accese dai segnali che l’organismo invia al cervello dopo un pasto. Secondo gli studiosi, accendere queste cellule potrebbe avere un impatto significativo e rapido sul comportamento alimentare. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism. Nei test condotti su modelli animali, una volta attivati i neuroni POMC le cavie hanno iniziato a mangiare di meno. “La nostra scoperta apre le porte a nuovi farmaci che potrebbero essere sviluppati per controllare l’appetito e migliorare la salute”, dice Lora Heisler, che ha coordinato lo studio.
STATISTICHE AGGIORNATE. L’Italia conquista la terza posizione per consumo giornaliero di frutta negli adulti e la quarta per bassa incidenza di sovrappeso o obesità negli adulti, ma emerge il peggioramento degli stili di vita nelle nuove generazioni: 28° posto per attività fisica negli adolescenti, la vita sedentaria si impara da piccoli, secondo l’ultima revisione sistematica Gimbe. Una riduzione anche modesta del peso, intorno al 5%, può migliorare il compenso glicemico e ridurre il rischio di diabete, ecco perché sono all'ordine del giorno le campagne per la lotta al sovrappeso nelle giovani generazioni.
INSULINO RESISTENZA. L’obesità è legata all’insulino resistenza, e gli individui obesi e resistenti all’insulina sono noti per avere maggiori livelli infiammatori, difese immunitarie indebolite e più suscettibilità a infezioni gravi. Potrebbe arrivare da un frutto originario dell’Amazzonia, il camu camu, ricchissimo di vitamina C, un nuovo antidoto all’obesità. L’estratto di questo frutto ha mostrato di funzionare su modelli animali, prevenendo l’aumento di peso anche quando le cavie venivano alimentate con una dieta ricca di zuccheri e grassi secondo quanto riportano gli studiosi dell’Université Laval e del Quebec Heart and Lung Institute Research Centre, in un articolo pubblicato sulla rivista Gut. La scoperta secondo i ricercatori suggerisce che i fitochimici di camu camu potrebbero svolgere un ruolo di primo piano proprio nella lotta contro l’obesità e le malattie metaboliche.
RESTRIZIONI CALORICHE. Le bevande energetiche che hanno contenuti eccessivi di zuccheri e caffeina possono avere ripercussioni sul metabolismo dei giovanissimi. Per questo nel Regno Unito si pensa a introdurre restrizioni negli adolescenti, l’iniziativa rientra nella strategia per fermare l’obesità infantile dilagante. Secondo le autorità sanitarie inglesi, il consumo delle bevande energetiche va riesaminato poiché queste «vengono vendute a prezzi più bassi delle bevande analcoliche». Riferisce il ministro alla Salute pubblica, Steve Brine, in una dichiarazione ripresa dal Guardian, che in alcuni negozi è possibile acquistare quattro lattine di bevande energetiche da 250 ml l'una per una sola sterlina. Il governo propone di prevedere nei minori un divieto, ovvero una diversa modalità di approvvigionamento, su tutte le bevande energetiche che contengano più di 150 mg di caffeina per litro.
EFFETTI CARDIOVASCOLARI. C’è un’altra pillola in sperimentazione per fermare l’obesità? Uno studio rilancia la lorcaserina dopo che era stata accantonata per paura di insorgenza di problemi cardiaci se presa per un periodo prolungato. Il principio attivo è disponibile negli Usa dal 2013, in aggiunta ad una dieta ipocalorica più un programma di esercizio fisico. Ma in Europa per prudenza le autorità avevano deciso diversamente, tanto che il farmaco non è stato approvato dall’EMA, che aveva ritenuto insoddisfacente il suo profilo di sicurezza. La molecola è un agonista selettivo del recettore 2c della serotonina che causa un aumento del senso di sazietà dopo il pasto e una riduzione del senso di fame. Ora lo studio sembra riaprire la partita e dimostra che lorcaserina non ha causato problemi cardiaci gravi a chi la prende per un periodo prolungato. Lo studio sugli effetti cardiovascolari a lungo a termine di lorcaserina si è svolto nel Brigham and Women's Hospital, teaching hospital di Harvard, il report è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
CALO DI PESO. I pazienti trattati con liraglutide per la gestione del peso, in combinazione con dieta ed esercizio fisico, hanno perso una media di 8,1 chilogrammi dopo sei mesi, in un contesto di vita reale. I dati sono stati presentati al congresso europeo sull’obesità (ECO 2018) a Vienna. Liraglutide è l’antidiabetico collaudato da anni che ha dimostrato efficacia anche nel controllo dell’obesità. Prescritto dal medico negli adulti sovrappeso, a suo tempo si è documentato con questo trattamento un calo ponderale superiore al 10% dei valori basali, al termine del fatidico periodo di osservazione.
NOTTI INSONNI. Che dormire male possa incidere sulla bilancia è noto. Ma un nuovo studio svedese aggiunge un dato: basta una sola notte in bianco a innescare meccanismi metabolici che portano a immagazzinare grasso e a indebolire i muscoli. Un elemento che per Jonathan Cedernaes, ricercatore dell’università di Uppsala aiuta a spiegare perché chi soffre d’insonnnia, o i turnisti costretti a sacrificare il riposo al lavoro, sono particolarmente esposti al rischio di obesità e di diabete di tipo 2.
RICERCA AMERICANA. Scoperto il meccanismo molecolare dell’abbuffata: fa mangiare senza controllo perché cancella il senso di sazietà. Pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, la scoperta, che potrebbe aprire la strada a future cure anti-obesità, si deve ai ricercatori coordinati da Rafi Mazor, dell’università della California, a San Diego. Il meccanismo scoperto è alla base di un fenomeno ben noto associato all’obesità, chiamato resistenza alla leptina, cioè all’ormone che ha un ruolo importante nella regolazione del senso di sazietà.
CONVEGNO UNISALUTE. Primi per spesa alimentare in Europa e nel mondo (19% la quota destinata a cibo e bevande) gli italiani sono sempre più orientati verso una dieta bilanciata e salubre e privilegiano gli acquisti di frutta e verdura (+8,6% la crescita a volume dell'ortofrutta confezionata), propensi a rinunciare a grassi e zuccheri. Secondo una mappatura del Joint Research Centre della Commissione Europea, il 31% dei bambini italiani soffre di obesità. Nel rest d'Europa è obeso un bambino su 3. Uno scenario che ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a definire l’obesità infantile come uno dei problemi di salute pubblica più gravi del ventunesimo secolo. Ciò che emerge è la mancanza di una corretta educazione alimentare infantile. È dunque evidente come sia fondamentale sensibilizzare, promuovere la prevenzione e contrastare le gravi conseguenze dell’obesità: per questo UniSalute, che si occupa da tempo di prevenzione primaria incentivando una sana alimentazione e l’attività fisica sin dall'infanzia al fine di prevenire il sovrappeso e l’obesità anche attraverso servizi e coperture sanitarie ad hoc per la famiglia, su questi temi ha promosso un convegno intitolato la salute si impara da piccoli.
L'ORA DEI PASTI. Cenare un'ora e mezza prima del solito e fare colazione al mattino un'ora e mezza dopo il solito può aiutare a ridurre il grasso corporeo. A suggerire un cambiamento d'orario come stratagemma è uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Sciences, durato 10 settimane nel corso delle quali un team dell'Università del Surrey (Gb) ha diviso i partecipanti in due gruppi: nel primo, le persone dovevano ritardare la loro colazione di 90 minuti e cenare 90 minuti prima, mentre gli altri consumavano i loro pasti normalmente. A differenza di studi precedenti in questo settore, ai partecipanti non è stato chiesto di attenersi a una dieta rigida: potevano mangiare liberamente, purché all'interno di una certa finestra di tempo. Ebbene, il team ha scoperto che coloro che hanno cambiato l'orario dei pasti hanno perso in media più del doppio di grasso corporeo rispetto al gruppo di controllo.
Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale