Bimbi prematuri, proteggere il cuore dai primi anni di vita
I campioni del cuore si preparano da ragazzi. La vera prevenzione inizia durante la gestazione e specialmente nei bimbi prematuri o con un basso peso alla nascita, che hanno in teoria un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari da adulti, occorre seguire i consigli dello specialista per eliminare questo svantaggio che li rende vulnerabili.
“In gravidanza è essenziale mantenere uno stile di vita sano, fatto di dieta adeguata, esercizio fisico, astensione da fumo e alcol: le cattive abitudini materne possono portare a modifiche nell’espressione dei geni del figlio che si associano a un aumentato rischio cardiovascolare successivo – afferma Ciro Indolfi, Presidente Eletto della Società Italiana di Cardiologia(SIC), professore ordinario a Catanzaro, università della Magna Graecia –. Non è mai troppo presto per pensare alla salute del cuore dei propri figli e un modo per farlo è senz’altro scongiurare i rischi potenziali legati a una nascita prematura: i bimbi nati prima della 37° settimana e con un basso peso alla nascita hanno una maggiore tendenza a sviluppare patologie di vario genere, fra cui le malattie cardiovascolari. Vanno perciò evitate le condizioni materne che favoriscono la prematurità o il basso peso, come una dieta materna insufficiente o un basso peso della mamma, le disfunzioni della placenta, il fumo, la dipendenza da sostanze o farmaci".
Già oggi gli adolescenti nati prematuri o di basso peso sono il 5-10% della popolazione e la percentuale è destinata a salire grazie ai progressi che consentono di far sopravvivere neonati sempre più piccoli. "L’impatto di tutto ciò sulla prevalenza delle malattie cardiovascolari sarà visibile in futuro, ma consapevoli dei rischi dobbiamo fin d’ora considerare la prematurità come un fattore di rischio cardiovascolare, proteggere mamma e feto e occuparci di più dei nati pretermine, spiega il professor Indolfi, annotando i dati di nascita nelle schede cliniche e seguendo i prematuri con controlli cardiologici specifici anche in adolescenza e quando saranno giovani adulti”.
Alessandro Malpelo
QN Salute
Salus Magazine