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Case della salute, appello a sostenere la medicina nelle comunità

La pandemia da Covid-19 ha mostrato l'esigenza di una riorganizzazione dei servizi sanitari. Agli ospedali possono fare da contrappeso veri ambulatori sul territorio che fungono da filtro e da raccordo con l'assistenza domiciliare.  Le Case della salute sono stazioni che riuniscono servizi sanitari, servizi sociali, istanze del volontariato. Sviluppano una gestione integrata rivolta alla comunità presente su un territorio omogeneo.  Gli esempi non mancano. Questa è anche la proposta promossa dalla Casa della Carità di Milano, diretta da don Virginio Colmegna, e dalla Fondazione Santa Clelia Barbieri di Alto Reno Terme (Bologna) fatta propria da varie fondazioni, associazioni di volontariato, onlus, oltre che dalla Cisl Lombardia e della Provincia di Monza Brianza, Cgil Lombardia, da Cittadinanzattiva.

L’uscita dalla condizione di quarantena, che ha modificato le abitudini quotidiane di tutti, dovrebbe offrire l’occasione per vedere nascere una comunità rinnovata e consapevole. L’appello è stato lanciato dal Movimento nazionale "Prima la comunità" ed è rivolto alle istituzioni. Tra i primi firmatari dell'atto messo nero su bianco figurano Silvio Garattini, Rosy Bindi, Renato Balduzzi, Marco Frey, Francesco Longo, Mauro Ceruti, Graziano Delrio, Carlo Borgomeo, più altri nomi della cultura, dell’imprenditoria, del sindacato e della società civile.  Questo appello, sotto forma di petizione, è stato inviato al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro della Salute, Roberto Speranza, al Presidente dell’ANCI, Antonio De Caro e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

La proposta trae motivo di ispirazione anche dalle buone pratiche evidenziate da una ricerca dell’Università Bocconi e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, su una idea del Movimento “Prima la Comunità”. Per questo, rivendicano i firmatari: “L’aumento dei fondi per la sanità pubblica deve essere finalizzato prevalentemente a interventi nel territorio”. Perché la salute, come esperienza di benessere individuale e collettivo, richiede l’impegno e il contributo della comunità e di tutti i suoi protagonisti.

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