Alzheimer, fondamentale diagnosi precoce delle demenze
C'è un primo trattamento che appare in grado di rallentare il declino cognitivo e che mira a interrompere la progressione della demenza. Lo sviluppo di questo farmaco è frutto di anni di ricerca. Una ricerca che va sostenuta, e che negli ultimi tempi persegu indagini meno invasive. Il trattamento di cui parliamo (Aducanumab) è particolarmente efficace se somministrato nelle fasi iniziali della malattia.
Occorre fare in modo che l’identificazione della malattia di Alzheimer (600mila casi in Italia) avvenga il più presto possibile. I sintomi (deficit di memoria, scarsa concentrazione, incapacità a vestirsi o riconoscere la funzione degli oggetti, facilità a smarrirsi per strada) compaiono quando il quadro è già compromesso.
I trial clinici dimostrano che i farmaci possono ottenere risultati meno favorevoli quando la malattia è già in fase conclamata. Questo il messaggio di Airalzh Onlus in occasione della Giornata Mondiale dell'Alzheimer, che ricorre il 21 settembre. Si può fare qualcosa per prevenire questo tipo di problema? Le evidenze attribuiscono un ruolo protettivo agli stili di vita e alle abitudini (salutari, alimentari e sociali), che possono ritardare la comparsa di sintomi o ridurre il rischio di insorgenza di altre malattie croniche, come quelle cardiovascolari, e il diabete.
Dunque in questo momento i riflettori sono puntati sui risultati positivi dei trial con Aducanumab di Biogen. “La Ricerca si sta spingendo in due grosse direzioni: la terapia, con l’individuazione di farmaci efficaci, e l’importanza della diagnosi tempestiva – ha scritto Alessandro Padovani, direttore della Neurologia nell'ASST Spedali Civili di Brescia - La Fda americana ha approvato il primo trattamento che oltre ad aggredire i sintomi della demenza punta a rallentare il declino cognitivo. Per trovare altri trattamenti efficaci per l’Alzheimer dobbiamo percorrere la strada della diagnosi precoce: Airalzh investe in questa direzione”.