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Tumore al polmone, mutazioni EGFR. Dall’Asco novità sul tandem amivantamab lazertinib (studio Chrysalis)

Torniamo a parlare del tumore al polmone perché è una malattia sulla quale si registrano importanti passi avanti nel trattamento, consideriamo che il cancro polmonare resta gravato da un importante indice di mortalità e affligge anche i non fumatori, oltre ai tabagisti e alle persone esposte a fumo passivo e inquinanti atmosferici. Tuttavia, grazie alla ricerca scientifica, nuove terapie si stanno rendendo disponibili, tra cui la combinazione di amivantamab e lazertinib che sta dimostrando buoni risultati in pazienti con mutazioni comuni dell'EGFR.

 

I dati dello studio CHRYSALIS presentati al Congresso Asco hanno dimostrato che la combinazione ha un'attività antitumorale duratura come trattamento di prima linea in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazione dell’EGFR. In particolare, il tasso stimato della sopravvivenza libera da progressione era dell'85 per cento dopo un anno, del 65 per cento a due anni e del 51 per cento a tre anni.

 

Inoltre, lo studio CHRYSALIS-2 ha mostrato che la combinazione di amivantamab e lazertinib è efficace anche in pazienti con tumore al polmone con mutazione dell'EGFR e positivi al biomarcatore MET, che sono una popolazione con bisogni clinici ancora insoddisfatti.

 

Un'analisi aggiornata dello studio PALOMA ha dimostrato una riduzione dell'incidenza e gravità delle reazioni legate all’infusione con la formulazione sottocutanea di amivantamab. Questi dati dimostrano che amivantamab e lazertinib insieme hanno imboccato una sorta di corsia preferenziale, migliorando la sopravvivenza libera da progressione e riducendo le reazioni legate all'infusione. La medicina di precisione sta anche svolgendo un ruolo importante nell'identificare i pazienti che hanno maggiori probabilità di risposta alle cure, accelerando la diagnosi sarà possibile personalizzare ulteriormente il trattamento ottenendo risultati statisticamente misurabili.

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