Sclerosi multipla, studio promuove ocrelizumab sottocute
Una interessante novità nel trattamento della sclerosi multipla con ocrelizumab consiste nell'annuncio, da parte della casa farmaceutica Roche, della possibilità di somministrare sottocute la terapia, semplificando in questo modo l'intera procedura.
Sono positivi infatti i risultati nello studio di fase III che valuta l'utilizzo di ocrelizumab sottocute nelle persone con sclerosi multipla nelle tipiche forme recidivante remittente o primariamente progressiva. La via sottocutanea si dimostra efficace al massimo, quindi senza bisogno di ricorrere alla infusione endovenosa, affermazioni suffragate dai parametri di risonanza magnetica, vedi la riduzione delle lesioni a 12 settimane.
Il profilo di sicurezza della via sottocute è coerente con quello endovena, ha scritto Levi Garraway, chief medical officer di Roche, e consentirà di somministrare il farmaco in soli dieci minuti, due volte l'anno, coniugando praticità, flessibilità e comodità. Ocrelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato progettato per colpire specificamente i linfociti B CD20-positivi, cellule sentinella ritenute responsabili del danno a carico della mielina e dell'assone, le evidenze mostrano una riduzione della progressione verso la disabilità.
Studi preclinici hanno dimostrato che ocrelizumab si lega alle proteine di superficie sui linfociti selezionati senza influenzare le cellule staminali o plasmatiche, preservando così le funzioni nobili del sistema immunitario. La tecnologia di somministrazione include l'utilizzo di un enzima chiamato ialuronidasi PH20 umana ricombinante, che induce un aumento temporaneo della permeabilità nel derma, consentendo una rapida dispersione e un altrettanto eccellente assorbimento del farmaco.
Saranno eseguiti ulteriori studi e ricerche per confermare l'efficacia e la sicurezza di questa terapia, ma i risultati finora ottenuti sono più che promettenti.