Oncologia al cinema, un corto per vincere tabù e pregiudizi
Abbattere gli stereotipi e i tabù associati alla malattia oncologica. Questa la cornice del cortometraggio "Luce Naturale", scritto da Francesco Bentini e diretto da Riccardo Calamandrei, un esercizio di medicina narrativa prodotto dalla Società Italiana di Leadership e Management in Medicina (SIMM), in collaborazione con l'AUSL Romagna, l'IRST, Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori", EngageMinds Hub e NoiISiamo, più il sostegno incondizionato di Novartis.
Questa sera l'anteprima, al Teatro Sarti di Faenza, patrocinata dall'Istituto Oncologico Romagnolo (IOR), con la possibilità di ascoltare le voci di professionisti del settore sanitario nel corso di una tavola rotonda.
"Il cortometraggio 'Luce Naturale' fa parte del progetto 'Cinema e narrazione a servizio della medicina', un percorso innovativo che unisce formazione e sanità e su cui la SIMM investe da anni, sostenendolo fermamente", ha dichiarato Mattia Altini, presidente della SIMM.
"Negli ultimi anni si è sempre più sentita la necessità di utilizzare il linguaggio per descrivere le proprie sofferenze legate alla malattia oncologica, con l'obiettivo di superare i tabù e gli stereotipi che il cancro porta con sé", ha aggiunto da parte sua Roberta Maltoni, dell'Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" - IRST IRCCS.
"Il cancro è una battaglia che i pazienti possono raccontare con strumenti e linguaggi nuovi, in modo che la propria esperienza possa essere di ispirazione e aiuto non solo per i malati, ma anche per il sistema sanitario stesso", ha scritto Stefano Tamberi dell'AUSL Romagna.
Il film racconta l'esperienza di Paola, una paziente che si confronta con la diagnosi di un tumore, e spiega agli studenti l'arte di guardare le cose da un nuovo punto di vista, attraverso il quale si ricompone la realtà, come in una sequenza di frammenti fotografici. Questa la trama anticipata da Marta Acampora dell'EngageMinds Hub.
Attraverso 'Luce Naturale' si stabilisce un ponte tra medicina narrativa e storytelling, in modo da abbattere gli stereotipi e i tabù associati alla malattia oncologica. Questo cortometraggio vuole essere una testimonianza che può aiutare i pazienti, ma anche il sistema sanitario, al fine di comprendere meglio questa complessa realtà.